Miele di Manuka e ferite croniche infette

La gestione delle lesioni croniche rappresenta un tema importante dal punto di vista medico ed economico. Tra le ferite croniche degli arti inferiori che non tendono a guarire spontaneamente, al primo posto per incidenza troviamo le ferite di origine venosa (70%), seguite da quelle arteriose (10%) e da quelle miste arteriose e venose (10%) e da un altro gruppo vasto (10%) in cui si collocano le ferite conseguenti a malattie metaboliche, come l’ulcera del piede diabetico. Il problema è spesso aggravato dalla diffusione di specie microbiche resistenti agli antibiotici che infettano le ferite rendendone difficile la gestione e compromettendone la guarigione. Nelle lesioni cutanee il processo di riparazione tissutale è quell’evento che l’organismo pone in atto ogni volta che una lesione ne altera l’integrità e avviene per mezzo di processi di organizzazione e formazione dei tessuti di granulazione e cicatrizzazione. In generale, con il termine ferita cutanea, si intende una soluzione di continuo della cute. Le ferite possono essere distinte in acute e croniche. Per le ferite acute il processo di guarigione si realizza attraverso una cascata di eventi biologici che in ultimo portano alla formazione della cicatrice. Uno dei principali fattori che possono ostacolare la guarigione delle ferite è l’infezione. Essa causa un prolungamento del danno determinando il protarsi del processo infiammatorio, inoltre il rilascio di endotossine e proteasi demolisce la sostanza fondamentale creando un microambiente sfavorevole all’angiogenesi e conducendo a ulteriore necrosi. I microrganismi che più frequentemente infettano le ferite sono Streptococchi, Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa e MRSA.

La gestione globale e coordinata della lesione cutanea cronica prende il nome di “wound bed preparation” e si articola in diversi processi che preparano il letto della ferita ad affrontare gli eventi necessari per la guarigione, tra questi: controllo dell’igiene; rimozione del tessuto necrotico (debridement); gestione dell’essudato e l’utilizzo di medicazioni avanzate che mantengano il fondo della ferita costantemente umido come idrocolloidi, alginati, idrogel, ecc

Il controllo dell’infezione avviene mediante: trattamento topico con antisettici e utilizzo di antibiotici per via sistemica, orale o topica.  La medicazione si effettua con un materiale che viene posto a diretto contatto con una lesione e deve essere in grado di creare l’ambiente fisiologico ideale per il processo di guarigione della ferita. Le medicazioni maggiormente utilizzate sono:

-        Alginati: medicazioni derivate da sostanze presenti in natura e costituite da fibre morbide a base di Sali dell’acido alginico (derivato dalle alghe marine) o a base di collagene di origine bovina o di acido ialuronico.

-        Gel/Idrogel: medicazioni occlusive costituite da gel polimerici come polimeri dell’amido,acrilamide,ossido di polietilene. Possono contenere fino al 90% d’acqua e hanno la capacità di assorbire l’essudato e idratare il tessuto favorendo una rapida autolisi, con attivazione contemporanea dei fenomeni di granulazione.

-        Idrocolloidi: medicazioni polimeriche che possiedono elevate capacità assorbenti e detergenti: possono essere considerate medicazioni occlusive o sub occlusive. Vista la loro elevata capacità assorbente, sono indicati nelle ulcere con elevata formazione di essudato, quali le ulcere da decubito gravi.

-        Medicazioni all’argento: costituite al loro interno da argento, caratterizzato da proprietà antibatteriche.Sono indicate per la gestione delle ferite infette.

Una sostanza di origine naturale che recentemente si è rivelata di notevole interesse per le sue proprietà antisettiche e cicatrizzanti è il miele di Manuka (Leptospermum scoparium), oggetto i diversi studi clinici. Grazie alla sua ampia distribuzione e alla grande quantità di nettare prodotto dai numerosi fiori, rappresenta la principale pianta dove le api mellifere preferiscono prelevare il nettare, che poi elaborano, combinano con sostanze specifiche, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare. Il miele prodotto prende il nome di miele di Manuka, ha un colore ambrato e proprietà tixotropiche, cioè in grado di diminuire la propria viscosità se sottoposto ad agitazione. Le ricerche condotte dal Prof. Peter Molan e dai ricercatori del dipartimenti di Biologia dell’Università di Waikato, in Nuova Zelanda, hanno dimostrato che il miele di Manuka presenta specifiche proprietà non apprezzabili in nessun"altra qualità di miele. Infatti, oltre alle proprietà antibatteriche comuni ad altri tipi di miele e che sono dovute quasi esclusivamente al perossido d’idrogeno, il miele di Manuka possiede ulteriori componenti antibatterici che agiscono in sinergia contro molti ceppi di microrganismi, tra cui alcuni antibiotico resistenti ( MRSA,VRE), che generalmente infettano le ferite cutanee. Questa peculiare attività è stata denominata Unique Manuka Factor (UMF) ed è indicata con un valore che indica la percentuale di fenolo in soluzione che abbia lo stesso potere battericida, pertanto un miele di Manuka con UMF 10 ha una azione battericida equivalente a una soluzione al 10% di fenolo. 

Gli studi presenti in letteratura dimostrano l’efficacia del miele di Manuka nel trattamento topico di ferite cutanee di varia eziologia al fine di promuoverne la cicatrizzazione e combatterne la contaminazione batterica. Nonostante questo, l’applicazione di miele su una ferita aperta, in quanto prodotto non sterile, è sconsigliata soprattutto per il rischio che il prodotto possa essere contaminato da diverse spore. Poiché la sterilizzazione mediante calore ha effetti negativi sull’azione antibatterica del miele, in una indagine effettuata da Molan e Allen nel 1996 è stato valutato l’effetto di sterilizzazione mediante raggi gamma (25 kGy). Lo studio dimostra che la sterilizzazione del miele mediante raggi gamma non influisce negativamente sull’attività antibatterica del miele e, allo stesso tempo, ne garantisce la sterilità e la sicurezza quando è applicato su una ferita aperta. Inoltre, per ottimizzare l’applicazione topica del miele di Manuka sulle ferite, numerose aziende di prodotti sanitari, soprattutto in Australia e in Nuova Zelanda, ma ultimamente anche in Europa, hanno brevettato alcune medicazioni compresi gel standardizzati al miele di Manuka, garze e speciali bende già impregnate con il miele.

Diversi studi clinici hanno dimostrato l’efficacia del miele di Manuka come trattamento topico in caso di ferite e ulcere cutanee infette da MRSA, Pseudomonas aeruginosa e numerosi altri batteri. In particolare, nell’ultimo decennio, il miele di Manuka è stato testato con successo nel trattamento di ferite croniche e infette in seguito a interventi chirurgici, ulcere venose delle gambe e ulcere del piede diabetico. E’ importante sottolineare che nella maggior parte degli studi, le ferite erano già state sottoposte a lunghi trattamenti antibiotici senza ottenere miglioramenti, mentre il successivo trattamento con il miele di Manuka ha dimostrato risultati notevolmente migliori per rapidità ed efficacia. E’ stata documentata sia la proprietà antibatterica del miele, sia il suo efficace contributo nella guarigione della ferita. Il miele di Manuka è stato utilizzato anche nel reparto di Clinica Chirurgica dell’Ospedale San Giovanni di Dio a Cagliari.

Altri studi in vitro si sono concentrati sulle sue capacità di stimolare il rilascio di mediatori dell’infiammazione e recentemente è stata isolata la specifica frazione del miele di Manuka in grado di stimolare la produzione di citochine (TNF,IL1,IL6) da parte dei monociti.

Gli studi in vivo riguardano la sua azione antinfiammatoria nei disturbi intestinali indotti da farmaci ma in letteratura è stata ampiamente dimostrata l’attività cicatrizzante. Il miele è in grado di creare un ambiente idoneo alla rigenerazione cutanea, abbassare il pH della ferita, rimuovere i radicali liberi, permettere il drenaggio dell’essudato grazie alla sua viscosità e osmolarità e di favorire il debridement autolitico, stimolando le proteasi che digeriscono i coaguli di fibrina e le cellule morte, terreno fertile per i batteri. Il rifornimento di glucosio ai tessuti della ferita è importante sia alle cellule in accrescimento sia per consentire la massima attività dei fagociti, che hanno il compito di ripulire la ferita, ed è essenziale per l’esplosione respiratoria dei macrofagi, reazione che genera perossido d’idrogeno.

Il tenore di zuccheri presenti nel miele aiuta a diminuire il cattivo odore delle ferite infette poiché il glucosio viene utilizzato dai batteri al posto degli amminoacidi, portando alla formazione di composti meno maleodoranti. Tra i vantaggi del miele c’è il fatto che non irrita la pelle e fornisce uno strato fluido tra la ferita e il bendaggio, il che favorisce la rimozione delle bende per essere sostituite.

 Dr. Angelo Carli

 

Convulsioni

Che cosa sono

Le convulsioni sono contrazioni involontarie dei muscoli volontari.
Si tratta di eventi piuttosto preoccupanti provocati, nella maggior parte dei casi, da un non corretto funzionamento (temporaneo) dei neuroni (cellule cerebrali) che regolano l'attività muscolare. Rappresentano il più frequente disturbo neurologico dell'età pediatrica.

Le cause

Tralasciando casi particolari in cui le convulsioni siano legate a particolari forme patologiche (per esempio le forme epilettiche), prendiamo invece in considerazione il caso che più frequentemente è causa di apprensione nei genitori: le convulsioni provocate dalla febbre nei bimbi, dette convulsioni febbrili semplici. Si verificano specialmente nei primi 4 anni di vita.

Generalmente, si tratta di manifestazioni del tutto non gravi, che non lasciano esiti permanenti sulle cellule cerebrali del piccolo e sono dovute esclusivamente all'abnor­me innalzamento della temperatura.

I sintomi sono rappresentati da contrazioni degli arti, irrigidimento, rilassamento, fissità dello sguardo, perdita di feci e urina; c'è sempre perdita di coscienza che viene poi seguita da sonnolenza.

Le convulsioni sono di breve durata e non si ripetono nell'arco delle 24 ore.
Talvolta la febbre si presenta alla fine della crisi.

Non si conosce l'esatto meccanismo scatenante; quando la temperatura del corpo si alza le cellule nervose ven­gono stimolate in modo anomalo e quindi possono dare origine a una serie di messaggi 'irregolari' ai muscoli che si traducono, da un punto di vista clinico, nel fenomeno convulsivo.

E' stata confermata una predisposizione genetica.

Come comportarsi

Mentre è in atto una crisi convulsiva causata dalla febbre sarà innanzitutto di prima importanza abbassare rapidamente la temperatura corporea usando panni freschi da applicare alle ascelle, sull'in­guine e sul capo. Posizionare inoltre il bimbo coricato su un fianco con il viso rivolto verso il basso in modo da evitare che inali saliva o eventuale vomito. Sarà comunque sempre particolarmente importante chiamare al più presto il pediatra perché scelga il trattamento più indi­cato.

Come prevenire e curare

Innanzitutto sarà importante evitare il più possibile che la temperatura superi i 39 gradi centigradi, dato che è solitamente al di sopra di questa soglia che inizia il rischio di convulsioni. A tal fine potranno essere usati comuni farmaci antifebbrili (senza mai superare i dosaggi consigliati).

Sarà comunque importante assumere tutte quelle precauzioni necessarie ad evitare  che qualche eventuale movimento convulsivo brusco permetta al bambino di farsi del male (allontanare oggetti contundenti, liberarlo da indumenti troppo stretti e così via).

 ATTENZIONE:  Prima di intraprendere qualsiasi terapia rivolgersi sempre al medico.

 

 

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Agopuntura veterinaria

L"agopuntura fa parte delle medicine di tipo energetico. 

Questa tecnica diagnostico-terapeutica si basa sul concetto di Energia il QI che fluisce all"interno di ogni organismo. 

Il QI è composto da una componente negativa Yin ed una positiva Yang, e scorre all"interno di canali cosiddetti "meridiani", grazie ai quali il QI può circolare all"interno dell"organismo attraverso visceri e organi. 

Quando l"energia è regolarmente prodotta e il suo flusso è armonioso e ben incanalato nei percorsi energetici, il soggetto è in una condizione di equilibrio che si manifesta nel suo stato di salute.

Se si verifica una stasi del flusso energetico, una sua mancanza di produzione o una sua carenza, si determina uno squilibrio che favorisce l"instaurarsi della condizione di malattia o di dolore. 

Con la stimolazione di punti lungo il decorso dei meridiani coinvolti si tenta di riequilibrare e ristabilire la normale circolazione energetica, di incrementare il QI, di eliminare il vuoto o il pieno che hanno determinato il dolore. 

Per stimolare i punti vengono utilizzati tradizionalmente aghi cinesi di acciaio o acciaio con manico di rame, lunghezza variabile (1,3 cm, 2,5cm, 4 cm) e di diametro molto sottile monouso e sterili. 

Altre tecniche terapeutiche possono utilizzare i punti di agopuntura come la moxibustione, Tuinà, Shiatsu, l"elettrostimolazione, la stimolazione con laser, la magnetoterapia e non da ultima l"infiltrazione nei punti di agopuntura fi farmaci omotossicologici (biomesoterapia). L"agopuntura può essere associata all"omeopatia, omotossicologia, fitoterapia, floriterapia di Bach, all"idroterapia, fisioterapia. 

Il tipo di trattamento e la frequenza sono variabili da soggetto a soggetto per il fatto che la Medicina Tradizionale Cinese considera l"individuo nel suo insieme e non si focalizza solo sulla lesione, patologia in atto o singolo sintomo. Infatti non è solo una medicina energetica, ma anche Olistica (cioè che tiene conto della globalità dell"individuo) esattamente come l"Omeopatia. 

Il medico veterinario agopuntore per effettuare la propria diagnosi deve tenere presente non solo le alterazioni fisiche ma anche quelle mentali e comportamentali del proprio paziente. Quindi anche per lo stesso tipo di problema in soggetti diversi si avrà un trattamento di base simile, ed uno specifico in base al soggetto. 

L"agopuntura agisce favorevolmente in diverse situazioni effettuando una azione di tipo antalgica, analgesica, immunomodulatrice, antinfiammatoria, vasomodulatrice, trofica, di regolazione neuroendocrina, sul tono muscolare e sulla sfera psicoemotiva.

 

Dott. Carlo Giulianelli

Medico Veterinario  Veterinario Omeopatico

Torino

 

 

 

Farmacia da viaggio

Farmacia viaggio

 

Quando ci si appresta ad affrontare un viaggio, soprattutto verso l'estero, risulta di estrema importanza valutare molto attentamente la dotazione di medicinali di cui si deve essere provvisti alla partenza, per non incorrere in difficoltà di reperimento, non sempre agevole, o rischi di incomprensioni pericolose a causa di un linguaggio diverso dal nostro. Particolare attenzione si dovrà prestare nel caso vengano utilizzati abitualmente medicinali per la cura di malattie croniche (antidiabetici, antiepilettici, farmaci per l'ipertensione arteriosa, antianginosi ecc.), oppure farmaci utilizzati per scopi particolari (sonniferi, pillola anticoncezionale, ecc.); per questi, oltre a non dimenticarli, sarà importante calcolarne una quantità di unità posologiche sufficiente a coprire tutto il periodo del viaggio. Lasciando a ciascuno l'elaborazione di un elenco personale riguardante i farmaci per i propri disturbi cronici, vediamo invece di analizzare quella che potrebbe essere la dotazione ragionevole di una corretta "Farmacia da viaggio".

 

  • Un antidolorifico e/o antidolorifico-antinfiammatorio, preferibilmente in compresse o in gocce, prodotti che vanno impiegati in caso di mal di denti, mal di testa, dolori muscolari o articolari e per dolori mestruali (in quest'ultimo caso sarà preferibile associare un farmaco antispastico)
  • Contro i dolori addominali sarà invece necessario l'uso di farmaci antispastici, utili anche in caso di dolori mestruali specialmente in associazione con antinfiammatori che ne completano l'efficacia.
  • Un antipiretico, cioè un prodotto contro la febbre, che abbassi in maniera efficace la temperatura corporea (ad es. farmaci a base di paracetamolo)
  • Per lo stomaco sarà necessario un antiacido che tamponi l'eventuale eccesso di acidità e aiuti a combattere bruciori, cattiva digestione e nausea
  • Per l'intestino, in caso di "pigrizia" occasionale sarà utile un blando lassativo (meglio se di origine naturale); viceversa, nel "caso opposto", è bene tenere a portata di mano un efficace antidiarroico che sarà comunque sempre da associare a dei fermenti lattici per un efficace e rapido ripristino della flora batterica intestinale. La cosiddetta "Diarrea del viaggiatore" è un disturbo molto diffuso, specialmente durante i viaggi in paesi caldi; per combatterla potrebbe essere necessario anche l'uso di un antibiotico specifico, per la scelta del quale sarà opportuno consigliarsi con il proprio medico curante.
  • Un collirio disinfettante e decongestionante per la normale igiene dell'occhio e per effettuarne il lavaggio in presenza di polvere o di particelle estranee.
  • Un disinfettante delle vie urinarie
  • Una crema antistaminica per attenuare i danni di eventuali allergie, punture di insetti, eritemi solari e pruriti aspecifici della pelle.
  • Una pomata antidolorifica da applicare sulla cute dopo una contusione o un trauma e che permetta di riassorbire anche eventuali ecchimosi, evitando o riducendo la comparsa di "lividi" antiestetici.
  • Una minima dotazione di bende per fasciature (orlate e di cotone se per medicazioni di ferite o abrasioni, elastiche se per traumi di altro genere), compresse di garza sterile per coprire lievi ferite, cotone idrofilo.
  • Sempre utile sarà una scatola di cerotti di diverse dimensioni e uno o più rocchetti di cerotto autoadesivo di diverso tipo e dimensione (tela, carta o TNT).
  • Soluzioni per il lavaggio della cute sporca e per la disinfezione di tagli e sbucciature (evitare di applicare l'alcool denaturato sulle ferite).

A completare la nostra dotazione potranno servire inoltre un termometro, siringhe a perdere, sali per reidratazione orale, filtri antisolari, un insetticida ed eventualmente zanzariere al piretro (se si va in zone malariche).

Prima di partire consultate il sito: "Viaggiare sicuri" per essere informati sulla situazione sanitaria nei vari paesi del mondo e sulle regole per partire 

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Vaccinazioni

Prima di affrontare un viaggio all'estero, dal punto di vista sanitario dovrà essere presa in considerazione tutta una serie di precauzioni, non ultima la valutazione di un calendario di eventuali vaccinazioni da effettuarsi o meno a seconda del paese verso il quale ci si dirige. Tale calendario, di competenza strettamente medica, dovrà tenere conto, oltre che della destinazione e della durata del viaggio, anche di diversi fattori personali dell'individuo in questione: età, stato immunitario, gravidanza, possibili effetti collaterali dei vaccini, eventuali interferenze tra antigeni in caso di vaccinazioni multiple.

Andrà tenuta in considerazione la distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni consigliate, anche se, al momento, l'unica vaccinazione ancora obbligatoria per alcuni paesi è quella contro la Febbre Gialla.
Per le vaccinazioni consigliate sarà sempre opportuna un'attenta valutazione del rapporto rischio beneficio, e soprattutto una corretta informazione su quali malattie risultino endemiche nel luogo di destinazione.

Prima di partire consultate il sito: "Viaggiare sicuri" per essere informati sulla situazione sanitaria nei vari paesi del mondo e sulle regole per partire

Le principali malattie dei viaggiatori e relative vaccinazioni:

 

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FEBBRE GIALLA

Vaccinazione obbligatoria per tutti i viaggiatori in alcuni paesi, mentre in altri viene richiesta solo a chi proviene da zone infette o ad alto rischio di infezione (molti dei paesi dell'Africa e area settentrionale del Sud America). Obbligo a parte è comunque consigliabile vaccinarsi contro questa malattia se si intraprende un viaggio in uno dei paesi a rischio (epidemie recenti si sono verificate in Ghana, Nigeria, Senegal, Camerun, Mali, Mauritania e Costa d'Avorio).
Mentre la malattia risulta letale in un'alta percentuale dei casi, la vaccinazione risulta efficace nella totalità dei soggetti trattati.
Il vaccino deve essere fatto presso uno dei centri autorizzati dal Ministero della Sanità almeno 10 giorni prima della partenza, e deve essere dichiarato sul Certificato di Vaccinazione Internazionale.

In alcuni casi viene sconsigliata la vaccinazione: persone con manifestata allergia alle uova (il vaccino viene preparato su di un terreno di coltura contenente proteine dell'uovo), neonati con meno di 6 mesi, donne in gravidanza e persone affette da carenze immunitarie.

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EPATITE A

Malattia molto diffusa tra gli abituali viaggiatori internazionali. La vaccinazione, molto sicura ed efficace, è fortemente indicata per tutti i paesi di destinazione salvo per l'Occidente Europeo, il Giappone, Australia e Nuova Zelanda.
La procedura di vaccinazione : due prime dosi, prima della partenza, a distanza di 2-4 settimane l'una dall'altra, e una terza dose entro un anno dalle prime ( con intervallo di almeno 6 mesi).

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COLERA

La Vaccinazione contro il colera presenta un'efficacia molto bassa (attorno al 30-50% al massimo) spesso possono verificarsi nelle persone vaccinate casi di infezioni inapparenti o sub-cliniche, e non viene assolutamente scongiurato lo stato di portatore sano, eventualità particolarmente pericolosa dalla quale potrebbe conseguirne l'importazione della malattia in zone prima indenni.
Per questi motivi la vaccinazione anticolerica non è più richiesta a livello internazionale, anzi viene apertamente sconsigliata dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per il falso senso di sicurezza che può indurre a trascurare altre misure di prevenzione:

  • bere soltanto acqua sicura, ovvero acqua che sia stata bollita, o disinfettata con cloro o iodio, o acqua minerale imbottigliata, la cui bottiglia venga aperta in vostra presenza
  • evitare il ghiaccio, a meno che non si sia assolutamente sicuri che esso è stato prodotto con acqua sicura
  • consumare soltanto cibo che sia stato cotto accuratamente e che sia ancora caldo nel momento in cui viene servito
  • proteggere gli alimenti dagli insetti molesti per mezzo di reticelle, o in appositi contenitori; refrigerare immediatamente dopo la preparazione i cibi che non vengono consumati subito
  • evitare frutti di mare e pesce crudi
  • evitare di consumare verdure e frutta cruda, a meno che non siano state lavate, sbucciate, preparate da voi stessi: ricordando il detto: cuocilo, sbuccialo, o lascialo stare
  • bollire il latte non pastorizzato prima di consumarlo
  • evitare gelati e dolci alla crema che potrebbero essere stati confezionati con latte non pastorizzato o avere subito ricontaminazione
  • assicurarsi che i cibi acquistati da venditori ambulanti siano stati completamente ed accuratamente cotti in vostra presenza e non contengano parti crude
  • lavare sempre accuratamente le mani dopo essere stati al gabinetto e prima di mangiare

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FEBBRE TIFOIDE

La vaccinazione per questa malattia è consigliata solo per chi si reca in paesi appartenenti ad Africa, Asia, Sud America e america centrale.

La somministrazione avviene per via orale e consiste nell'assunzione di tre compresse a giorni alterni, qualsiasi sia l'età del soggetto da trattare.
Il vaccino, costituito dal batterio vivo attenuato, è molto sicuro è garantisce una protezione dalla malattia in circa il 70-90% dei casi; l'immunità si manifesta a livello della mucosa intestinale, impedendo al germe di passare in circolo passando attraverso la parete dell'intestino. La durata dell'immunità va dai due ai tre anni, dopodichè sarà necessario ripetere la vaccinazione in caso di ulteriori viaggi in paesi a rischio.
Sarà comunque importante non trascurare, nonostante la copertura data dal vaccino, delle misure minime di prevenzione, ed in particolare un'attenta selezione di cibi e vivande.

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POLIOMIELITE

L'incidenza a livello mondiale di questa malattia ha subito negli ultimi anni una notevole riduzione soprattutto grazie alla vastissima campagna di vaccinazione promossa dall'OMS. Rimane comunque purtroppo alto il numero di paesi in cui la malattia risulta ancora endemica (l'India in particolare ).
Recandosi in paesi a rischio sarà buona norma controllare la propria copertura da questa malattia tramite vaccinazione, ed eventualmente, effettuare un richiamo con vaccino Sabin, nel caso si sia già vaccinati o, viceversa, procedere ad una vaccinazione completa con vaccino Salk

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DIFTERITE

La vaccinazione contro questa malattia, praticata sistematicamente ormai da anni in molti paesi del mondo, ne ha provocato la scomparsa, salvo che in alcune nazioni in cui è stata saltuariamente trascurata. In particolare si sono verificati casi relativamente recenti in Russia, Ucraina, Bielorussia, Azebarijan, Georgia, Kazakistan e in molti altri stati della ex URSS, nonché in Polonia, Romania e Finlandia. Se si è quindi diretti verso questi paesi sarà opportuno procedere ad un eventuale richiamo con vaccino Td ( antitetanico e antidifterico per adulti).

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TETANO

La vaccinazione per questa malattia presente in ogni parte del mondo, in Italia è obbligatoria dal 1968. Quindi, verso qualsiasi paese si sia diretti, se non si è mai stati vaccinati  converrà eseguire un ciclo completo di vaccinazione (prima inoculazione, seconda inoculazione a distanza di un mese e terza a distanza di un anno). Se sono trascorsi più di dieci anni dall'ultimo richiamo sarà invece sufficiente eseguire un richiamo prima della partenza.

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PERTOSSE

La malattia, ancora pesantemente presente nei paesi in via di sviluppo e in altri paesi dove la copertura da vaccinazione non risulta completa, rappresenta ancora una delle più gravi malattie dei primi anni di vita. Infatti nei lattanti la malattia può dare complicazioni gravi (polmonite, encefalopatia, asfissia ecc.) fino a portare in casi estremi, anche alla morte.
Il ciclo di vaccinazione consigliato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità è di tre dosi del vaccino trivalente DPT (Difterite, Pertosse e Tetano) nei primi sei mesi di vita e di un richiamo entro i due anni.
Particolare importanza ha assunto il nuovo vaccino antipertosse "acellulare", in quanto provvisto di un potere immunizzante maggiore che nei precedenti vaccini e praticamente privo degli effetti collaterali che avevano in passato limitato parzialmente la pratica di tale vaccinazione.

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RABBIA

Nel caso della Rabbia la vaccinazione a scopo preventivo potrà essere utile nei seguenti casi: viaggi in paesi in cui tale malattia risulta ancora endemica, viaggi con permanenza prolungata in paesi in cui il rischio per tale malattia risulta elevato, viaggi in paesi a rischio in cui si preveda una permanenza prolungata al di fuori della portata dai principali centri ospedalieri.

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INFLUENZA

A seconda della destinazione e del periodo dell'anno in cui si effettuerà il viaggio variano le probabilità di contrarre forme influenzali. Nell'emisfero sud i mesi a rischio saranno da Aprile a settembre, mentre nell'emisfero nord si avrà maggiore morbilità da novembre fino a marzo; nella fascia equatoriale il rischio sarà invece elevato durante tutto l'anno.
Sarà opportuno prendere in considerazione una vaccinazione preventiva soprattutto se ad affrontare il viaggio saranno persone anziane o affette da patologie croniche (in particolare se a carico delle vie respiratorie). Se la vaccinazione antinfluenzale è stata regolarmente effettuata negli anni precedenti, sarà preferibile ricorrere ad un vaccino a subunità, più che sufficiente a garantire una buona copertura e più povero di effetti collaterali.

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MENINGITE MENINGOCOCCICA

La malattia risulta ancora endemica nella maggior parte dei paesi africani (Senegal, Mali, Niger, Sudan, Etiopia) quindi sarà particolarmente importante vaccinarsi se si è diretti in tali luoghi e soprattutto se si prevede un soggiorno a stretto contatto con le popolazioni del luogo.
La morbilità raggiunge il massimo durante la stagione secca (da dicembre a giugno).
Ovviamente sarà bene provvedere alla vaccinazione anche se si è diretti verso paesi in cui si siano verificate recenti epidemie di Meningite (Asia centro-orientale e le regioni più a sud dell'America Latina). Infine la vaccinazione è obbligatoria per l'Arabia Saudita, in particolare per coloro che si recano in pellegrinaggio alla Mecca.

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MORBILLO

Malattia ancora particolarmente rischiosa nei paesi in via di sviluppo nonostante gli sforzi per estendere in modo capillare l'uso della vaccinazione anche in tali luoghi.
Date le complicanze particolarmente rischiose per i bambini, specie quelli più piccoli, (encefalite, polmonite), sarà vivamente consigliata la vaccinazione per tali soggetti quando si prevedano viaggi nelle zone a rischio.

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TUBERCOLOSI

Non risulta privo da effetti collaterali il vaccino contro la tubercolosi, e, data la sua non completa efficacia, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ne limita l'indicazione solo a soggetti in età infantile e ai giovani che debbano necessariamente recarsi nei paesi ancora a rischio per tale malattia.
Si sconsiglia invece la vaccinazione ai soggetti affetti da HIV in fase sintomatica.

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EPATITE B

Particolare importanza riveste la vaccinazione contro l'Epatite di tipo B, malattia trasmessa per via parenterale (attraverso il sangue infetto: tagli, interventi chirurgici a rischio, punture con dispositivi infetti) o per via sessuale. Ne deriva che chiunque, per lavoro o per turismo, risieda per periodi di tempo particolarmente lunghi in zone in cui la malattia risulti endemica e viva a stretto contatto con la popolazione locale, sarà fortemente a rischio di infezione.
Zone in cui è particolarmente alta la percentuale di portatori del virus, risultano essere il Medio Oriente, l'Africa, Amazonia, Sud Est Asiatico, isole del Pacifico, Repubblica Domenicana.
Il vaccino, che conferisce la massima copertura dopo la terza dose di richiamo, è molto sicuro e ha un alto grado di efficacia. Il periodo necessario a compiere l'intero ciclo di vaccinazione è di 6 mesi, quindi sarà essenziale preventivare l'eventuale viaggio in zone a rischio con almeno questo anticipo; in caso contrario sarà comunque necessario iniziare prima della partenza il ciclo di inoculazioni anche se non si ha il tempo sufficiente per portarlo a termine mentre si è ancora a casa.

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PESTE

Dato lo scarso livello di immunizzazione e la limitata durata nel tempo della protezione che i vaccini contro la peste danno, il loro uso è molto limitato. Inoltre, per poter mantenere nel tempo un certo grado di sicurezza, la vaccinazione dovrebbe essere ripetuta frequentemente, fatto particolarmente fastidioso data la presenza di sensibili effetti collaterali.
Pertanto la vaccinazione contro la peste è raccomandata soltanto a personale sanitario che si trovi a contatto con i malati e con persone residenti in zone in cui la malattia è endemica.

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ENCEFALITE GIAPPONESE

Si tratta di un'infezione virale acuta, trasmessa all'uomo da zanzare, che rappresenta la prima causa di encefalite virale in Asia. Il vaccino contro questa malattia trova indicazione per viaggiatori che soggiornino per tempi lunghi (più di un mese) in Asia orientale e in particolare nelle zone rurali (specie quelle coltivate a riso), dal Sub-continente indiano fino alle Filippine ed al Giappone, e di parte dell'Oceania (Isole del Pacifico).
Il vaccino, a base di virus uccisi, viene somministrato con un ciclo di tre inoculazioni, di cui la seconda e la terza rispettivamente a distanza di 7 e 30 giorni dalla prima (più raramente con cadenza 0 - 7 - 14). La vaccinazione, se necessario, andrà ripetuta ogni due tre anni con dosi di richiamo per mantenere l'immunizzazione.

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HAEMOPHILUS INFLUENZALE TIPO B

Si tratta (diversamente dalla classica influenza il cui agente patogeno è un virus) di una malattia di origine batterica, il cui agente patogeno ( l'Hemophilus Influenzale B, appunto) viene trasmesso attraverso le vie aeree. Particolarmente colpiti risultano essere i bambini di età inferiore ai 5 anni, nei quali spesso la malattia si evolve fino a dare una forma di meningite batterica, o comunque da spesso altre forme di malattie batteriche sistemiche (pericardite, polmonite, ecc.).
Attualmente risulta in commercio un vaccino efficace contro questa malattia e che può essere somministrato anche in bambini molto piccoli. Infatti il calendario della vaccinazione prevede per i bambini al di sopra dei due mesi di vita tre inoculazioni (solitamente concomitanti con le altre vaccinazioni obbligatorie), mentre se il bambino non è stato vaccinato nel primo anno di vita, solitamente è sufficiente una sola somministrazione del vaccino da eseguirsi tra i 13 e i 48 mesi di età. Superati i 5 anni di età la vaccinazione non è più indicata.

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