| Secondo il DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, è cioè un sistema nosografico per i disturbi mentali o psicopatologici utilizzato più frequentemente da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia nella pratica clinica che nell"ambito della ricerca) la dipendenza da sostanza è un disturbo psichico con mancato controllo verso la sostanza. Si riconoscono dipendenze da sostanza (es. sostanze stupefacenti, fumo, alcol, farmaci, alimentare…) e senza sostanza (gioco d’azzardo, internet, cellulare, sesso, video giochi, shopping …).
L’intervento clinico minimo più diffuso al mondo è noto con la sigla delle “5 A”: ASK (chiedere se fuma ) ADVICE (raccomandare di smettere) ASSESS (identificare i fumatori motivati a smettere) ASSIST (aiutare a smettere) ARRANGE (pianificare il follow up)
Le cause della dipendenza in senso generale, sono da ricercarsi in una alterazione dei meccanismi cerebrali che controllano la gratificazione e gli stati motivazionali. Il piacere inteso come il complesso delle sensazioni conseguenti all’appagamento dei bisogni, è stato ed è tuttora un elemento indispensabile per la vita e l’evoluzione dell’uomo e dei vertebrati in genere. Durante la propria esistenza tutti gli esseri viventi perseguono due finalità biologiche essenziali: la propria sopravvivenza e la conservazione della specie. Il raggiungimento di queste finalità è basato sul soddisfacimento di alcuni istinti come la fame e la sete, il sesso e la cura della prole ed è garantito dall’esistenza di un meccanismo cerebrale di gratificazione. Le cause della tossicodipendenza sono da ricercarsi in una alterazione dei meccanismi cerebrali che controllano la gratificazione e gli stati motivazionali.
La dipendenza ha basi neurochimiche, fumare induce una serie di modifiche (umore, attenzione, emotività) e un comportamento compulsivo. Condizioni psicologiche: è sicuramente uno degli stimoli primari ed arcaici per l’uomo e ha la funzione di attrazione e ricompensa. La gratificazione da nicotina è un meccanismo di adattamento funzionale che serve a strutturare meccanismi di compensazione o risarcimento psicologico, legati a situazioni ed eventi diversi. In alcuni casi la gratificazione può diventare un sostituto delle abilità comunicative, la scorciatoia per rassicurarsi, placare l’ansia, gestire le difficoltà quotidiane, la risposta surrogata ai veri bisogni dell"individuo, tra cui la ricerca di un senso alla propria esistenza.
Il fumo, dipendenza da sostanza, uccide due volte in più dell’alcol. Vi è un rischio elevato di diventare tabacco-dipendente, se si inizia a fumare durante l’adolescenza. Il fumo di solito inizia come atto simbolico di ribellione o maturità. Il fumo è una malattia da dipendenza cronico recidivante. Fumare una sigaretta, in particolar modo la prima del mattino, fa stare bene principalmente perché contrasta i sintomi dell’astinenza. Il percorso del fumatore: fumatori non si nasce. Spesso si inizia da ragazzi, quasi sempre per rispondere ad un bisogno di sicurezza, per sentirsi adulti e capaci di gestire situazioni di difficoltà relazionale.
•Nell’80% dei casi circa, si diventa fumatori prima dei 18 anni. •Nell’adolescente il fumo è un comportamento volto a sviluppare un senso di identità e finalizzato ad accettarsi ed accettare le mutazioni psico-corporee.
E’ un fenomeno complesso, costituito da molteplici aspetti e rappresentato sia come dipendenza biochimica da nicotina, sia come dipendenza innescata e mantenuta a livello psico-comportamentale. Il tabagismo sotto un profilo biologico è una malattia cronica recidivante che altera i meccanismi dei neurotrasmettitori implicati nella percezione del piacere e nella modulazione dell’umore. Ha un effetto ansiolitico ed antidepressivo. La nicotina è una sostanza che dà dipendenza.
Psicologicamente, il tabacco è supportato da gestualità ed abitudine, e concorre alla costruzione dell’identità della persona e percezione di sé. Svolge una funzione di meccanismo di difesa intrapsichica ed una funzione auto-aggregante delle varie parti del sé. Sul piano sociale, è determinato da modelli proposti dai media. La medicina allopatica propone terapie farmacologiche e supporti psicocomportamentali, ma difficilmente va a ricercare la radice del problema.
Il più delle volte i soggetti che “scivolano” nella dipendenza sono persone che oltre ad avere strutture fisiologiche predisposte hanno vissuti che li “spingono” a cercare sistemi di “spegnimento” dei circuiti cerebrali, per non pensare o per essere, per un breve momento, chi desidererebbero essere, ma che non riescono ad esprimere e a vivere!! Penso quindi, secondo la mia esperienza, ormai di anni, che se il soggetto debitamente stimolato, possa “tirare fuori” le proprie potenzialità e uscire dal circolo vizioso della dipendenza. Dr.ssa Monica Viotto | |