Il reflusso gastroesofageo (RGE) , consiste nel flusso retrogrado di contenuto gastrico o duodenale, o di entrambi, nell'esofago a monte dello sfintere esofageo inferiore (LES) senza eruttazione o vomito associati. Se il reflusso è persistente può provocare l'esofagite da reflusso che altro non è che l'infiammazione della mucosa dell'esofago.
La prognosi varia a seconda della causa responsabile. Normalmente, il LES crea pressione, chiudendo l'estremità inferiore dell'esofago, ma si rilascia dopo ogni deglutizione per consentire al cibo di passare nello stomaco.
Il reflusso si verifica quando la pressione del LES è deficitaria o quando quella nello stomaco supera quella del LES. Vari studi hanno dimostrato che il paziente con reflusso non può deglutire con una frequenza tale da creare una peristalsi sufficiente ad eliminare l'acidità gastrica del tratto inferiore dell'esofago. Ciò comporta periodi prolungati di acidità nell'esofago quando avviene il reflusso.
I fattori predisponenti sono :
- chirurgia pilorica ( alterazione o rimozione del piloro) che permette il reflusso di bile o di succo pancreatico
- intubazione nasogastrica al lungo termine ( più di 4 giorni)
- assunzione eccessiva di carboidrati
- assunzione di alcolici anche a basse dosi
- assunzione di latte scremato
- eccessiva introduzione di proteine
- fumo
- terapia con anticolinergici ( atropina, belladonna e propantelina)
- terapia con morfina, diazepam, calciobloccanti,meperidina
- terapia con estroprogestinici (pillola anticoncezionale )
- terapia con nitroderivati
- terapia con teofillina
- terapia con calcioantagonisti
- terapia con acido acetilsalicilico ( Aspirina )
- terapia con FANS ( farmaci antinfiammatori non steroidei )
- terapia con potassio cloruro
- terapia con composti contenenti ferro
- antibioticoterapia ( specie tetracicline )
- infezioni batteriche o da miceti ( in soggetti immunodepressi )
- ernia iatale con sfintere incontinente
- sforzi addominali eccessivi
- tosse
- gravidanza
- obesità
- anoressia o bulimia con condotte di eliminazione ( vomito autoprovocato) .
I valori reali dell'incidenza della patologia non sono noti perchè molti pazienti affetti da reflusso usano rimedi da banco senza consultare il medico.
La caratteristica più comune di questa condizione è la pirosi, che può aggravarsi con l'esercizio fisico intenso, con la flessione in avanti o la posizione sdraiata e può essere alleviata dagli antiacidi o dalla posizione seduta eretta.
Il dolore dello spasmo esofageo prodotto dall'esofagite da reflusso tende ad essere cronico, e può imitare l'angina pectoris, irradiandosi al collo, alla mandibola ed alle braccia.
Altri sintomi possono essere:
- odinofagia : che può essere seguita da un dolore sordo retrosternale in caso di reflusso grave a lungo termine
- disfagia: in conseguenza dello spasmo esofageo o della stenosi
- sanguinamento rosso vivo o bruno scuro
- risveglio notturno con tosse, senso di soffocamento e salivazione abbondante
- meteorismo
- dolore addominale
- alitosi
I sintomi polmonari sono causati dal reflusso del contenuto gastrico nella gola e dalla successiva aspirazione; essi comprendono:
- pneumopatia cronica
- respiro sibilante notturno
- bronchite
- asma
- raucedine mattutina
- tosse
Nei bambini, altri segni sono la mancata crescita ed il vomito energico da irritazione esofagea. Tale vomito può causare polmonite da aspirazione.
La conferma della diagnosi, dopo l'anamnesi e l'esame obbiettivo, arriva dalla esofagogastroduodenoscopia (EGDS) meglio conosciuta come gastroscopia e con il sondaggio per il pH esofageo nonché la manometria esofagea.
L'ipocontinenza del cardias e l'ernia jatale verranno diagnosticate mediante RX esofago a doppio contrasto in posizione eretta e supina, prima e dopo compressione addominale ed in posizione di Trendelenburg, in quanto molto più sensibile dell'endoscopia nella valutazione morfometrica.
Il trattamento efficace, inizia, insegnando al paziente ad evitare i fattori che riducono la pressione nel LES o che causano irritazione all'esofago:
- dieta ipolipidica con alto contenuto di fibre
- abolire caffeina, theina, fumo, alcolici, bevande gassate, spezie piccanti, bevande acide, menta, cioccolato, pomodoro, succhi di frutta, agrumi, burro, insaccati specie se affumicati, aceto, brodo di carne, dadi
- non mangiare nelle 2 ore precedenti al coricarsi
- evitare indumenti o cinture stretti a livello addominale
- sollevare la testata del letto di almeno 15 cm ( terapia posizionale )
- curare l'eventuale stipsi associata
- mantenere un peso corporeo normale
- dopo i pasti il paziente deve rimanere in posizione eretta
- i pasti devono essere piccoli ma frequenti
La medicina ufficiale utilizza gli inibitori di pompa protonica e gli antagonisti dei recettori H2 dell'istamina che aiutano a ridurre l'acidità gastrica.
L'intervento chirurgico può essere necessario per controllare sintomi particolarmente gravi come l'aspirazione polmonare, l'emorragia , l'ostruzione, la perforazione.
Gli antiacidi vanno assunti in genere 1 ora prima dei pasti principali o 3 ore dopo ed al momento di coricarsi.
Dopo l'eventuale intervento chirurgico eseguito con accesso toracico è fondamentale controllare le condizioni respiratorie del paziente prescrivendo laddove necessario ossigenoterapia e fisioterapia toracica , troppo spesso sottovalutata ma di fondamentale importanza per la guarigione.
Sempre fondamentale , anche in medicina ufficiale, l'offrire rassicurazioni e supporto emozionale.
La medicina naturale viene in aiuto sia come integrazione alla terapia farmacologica, sia come terapia di prima scelta, attraverso varie possibilità:
Lo zenzero : è un'antichissima spezia utilizzata da millenni nella tradizione indiana e cinese. Apprezzata da tempo in Europa come pianta tonico-aromatica, aperitiva, carminativa, eupeptica, antispasmodica, epatoprotettrice e colagoga. Recenti studi hanno evidenziato l'utilità della polvere del rizoma nella prevenzione e cura della nausea e dei disturbi gastrointestinali da alterazioni dell'acidità gastrica.
Il cappero : le conoscenze attuali attribuiscono ai boccioli floreali del cappero considerevoli ed interessanti attività biologiche, dovute alla presenza di specifici flavonoidi, i quali vantano attività antinfiammatorie.
Il fico d'India : i polisaccaridi dei cladodi dell' Opuntia ficus indica hanno dimostrato di avere un'azione mucoadesiva e cicatrizzante
La foglia di olivo: i biofenoli contenuti nell'olivo svolgono un'azione lenitiva in grado di contrastare i processi infiammatori correlati al reflusso gastroesofageo
Le foglie di Ribes nero: aumenta l'efficacia delle foglie di olivo ed è un notissimo antinfiammatorio naturale
Radice di liquirizia: diminuisce l'attività della pepsina, stabilizza la secrezione dei succhi gastrici ed esplica una azione antiflogistica e spasmolitica.
Sodio alginato: entrando in contatto con l'acido cloridrico, contenuto nel succo gastrico, questo sale sviluppa uno strato di gel, a bassa densità e a pH neutro, che impedisce al contenuto dello stomaco di risalire verso l'esofago.
Calcio carbonato: aumenta la viscosità del gel di alginato di sodio e lo si associa ad esso
Bicarbonato di sodio: facilita il galleggiamento del sodio alginato sul contenuto dello stomaco
Mirto: al mirto sono attribuite proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, pertanto trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell'apparato digerente e del sistema respiratorio.
Malva : ha proprietà lenitive ed emollienti. La potrete utilizzare per la preparazione di tisane e macerati, utile per alleviare i sintomi del reflusso gastroesofageo. In erboristeria potrete acquistare la malva essiccata e i prodotti a base di estratti di malva più adatti per prendervi cura del problema.