In tutte le visioni terapeutiche l'aspetto alimentare è sempre stato più o meno approfondito sia per quanto riguarda la prevenzione sia per la cura delle varie patologie; esempi classici sono l'importanza della dieta nella medicina tradizionale cinese, nella medicina ayurvedica e in quella ippocratica.
Hahnemann, fondatore dell'omeopatia, ha, in molti suoi studi, affrontato l'importanza della nutrizione sotto diverse prospettive. Come medico evidenziò l'importanza di una corretta alimentazione sottolineando come il cibo non debba diventare ostacolo per la terapia. [Paragrafo 4 dell'Organon dell'arte del guarire, ed. Red, ISBN 9788874473656]. Esiste pertanto un primo livello di educazione alimentare che ogni operatore della salute dovrebbe imprimere a tutti e che può essere riassunto con le linee guida condivise dalle più importanti società di scienza dell'alimentazione: riduzione delle proteine animali, dei grassi, degli zuccheri, privilegiando cereali, verdure e legumi.
L'essere umano ha bisogno di un buon nutrimento per costruire le basi e la struttura del proprio organismo, motivo per il quale è fondamentale assumere la giusta quantità di proteine, carboidrati,grassi,vitamine ed oligoelementi. Questa quantità è in rapporto alla costituzione, allo stile di vita, al dispendio energetico, al sesso, all'età ed anche al potenzialmente particolare periodo di vita di una persona (pubertà, gravidanza, menopausa, quarta età, stress lavorativo).
Per quanto riguarda la qualità, il discorso può essere allargato a tutti gli esseri umani poiché il cibo industriale, trattato con sostanze chimiche e coltivato fuori dalla stagione di crescita, tende ad indebolire l'individuo sottoponendo gli organi interni ad un lavoro maggiore oltre ad essere, assai spesso, un alimento vuoto di contenuto per quanto concerne le sostanze nutritive. Non è difficile immaginare quanto possa alterarsi l'equilibrio chimico-fisico di alimenti cresciuti forzatamente. Ortaggi e cereali coltivati intensamente in terreni monocultura non avranno più determinati oligoelementi in quanto la terra ne è stata impoverita. L'uso, poi, di diserbanti, insetticidi, conservanti ed addittivi impoveriranno nutrizionalmente ancor di più l'alimento. Non è un caso se gli ultimi anni hanno visto un aumento progressivo di sindromi da carenza di magnesio, calcio, potassio, con tutte le patologie correlate e derivanti. E' pertanto raccomandabile, ove possibile, un cibo biologico, a filiera corta, di stagione e consumato fresco, sia cotto o crudo e l'assunzione di prodotti integrali per aiutare un maggior assorbimento di oligoelementi e per non incrementare il tasso glicemico con ulteriore dispendio di insulina e quindi sovraccarico pancreatico.
Di cibo ci si può ammalare, sia per eccesso che per difetto, ma ci si può anche intossicare senza averne coscienza utilizzando costantemente cibo industriale o avendo un regime alimentare monocorde, poco vario. Il primo step consiste pertanto nel disintossicare l'organismo e nell'educazione alimentare del paziente, sempre più spesso sottovalutata ma di fondamentale importanza. Un aspetto legato a questa fase è quindi la correzione dell'alimentazione dopo una accurata ed approfondita anamnesi alimentare e tenendo soprattutto conto delle eventuali patologie pregresse e attuali della persona. Hahnemann illustra numerosi esempi in tal senso, ed è emblematico un caso del 1797 di un paziente alcolista. Quale medico inizierebbe una cura senza aver cercato di illustrare compiutamente gli effetti nocivi di tale dipendenza e l'aver esposto la difficoltà a curarlo senza una sospensione dall'alcol? Vi sono anche casi più semplici in cui il consiglio del medico è correlato a pazienti asmatici e linfatici dove la sospensione dell'assunzione di patate è fondamentale in quanto possono aggravare la sua sintomatologia (osservazione che poi l'allergologia e l'immunologia moderna hanno confermato), così come è noto a tutti che soggetti nervosi devono limitare od eliminare l'assunzione di caffè o di bevande a base di cola.
Questo tipo di ragionamento e di approccio terapeutico è qualcosa di più rispetto alle norme che levano fritti o grassi a chi ha il colesterolo alto o la steatosi epatica. Hahnemann, alla fine del 1700, aveva senza dubbio una conoscenza approfondita degli effetti e delle sinergie tra alimenti e organismo. Inoltre, l'importanza mai troppo ben considerata dell'individualizzazione della terapia e del regime alimentare, parte dalla considerazione, fondamentale in omeopatia, che ogni essere umano è un universo a se stante, con una sua storia, un suo pensiero, una sua struttura psichica e un suo metabolismo, per cui può necessitare o meno di certi cibi o di certi sapori. E' palese che ogni persona sana ha avversioni e propensioni verso alcuni cibi, colori o sapori, e questo dipende dalla sua costituzione, dalla sua educazione alimentare, dalle abitudini, dallo stile di vita, dalla presenza o meno di attività fisica, etc, tutte variabili che non è possibile non valutare in un approccio terapeutico di qualsiasi tipo. E vanno accettate e sostenute le scelte individuali poiché l'istinto del corpo tende sempre a seguire la legge biologica della sopravvivenza e se ascoltato è in grado di fornire fondamentali informazioni su ciò che è necessario all'organismo stesso, sia in uno stato di benessere generale che in uno stato di patologia acuta o cronica. Ognuno di noi quando si ammala sa bene quale posizione allevia il dolore o lo peggiora, sa se i rumori o le luci sono fastidiose, sa che assumendo qualcosa di caldo o di freddo la situazione potrebbe migliorare o peggiorare... il terapeuta deve rispettare questi bisogni/indici e a livello omeopatico tradurre i desideri o le avversioni espresse come un aiuto fondamentale per la comprensione della patologia e la scelta della terapia più adatta.
La patologia cronica (sempre più presente nella nostra civiltà odierna) merita un'attenzione ancor più complessa poiché un deficit di assorbimento di una determinata sostanza potrà all'inizio della patologia richiedere al paziente una assunzione esagerata per compensare la mancanza. In casi come questo sopprimere il desiderio porterà solo all'aggravamento del paziente e alla difficoltà diagnostica della carenza stessa. Il desiderio di un determinato alimento o bevanda, quando marcato, è sempre nelle malattie croniche, spia di difficoltà organica. Un soggetto con forte desiderio di latte e di caffè, che predilige alimenti acidi e ha la tendenza a coricarsi sulla parte malata, presentando bocca secca e bruciante, magro, pallido e freddoloso specialmente di notte, con pelle chiara, secca, che migliora con il caldo ed è il migliore amico del calorifero o beve the bollente anche in agosto, che presenta una tosse secca asmatiforme che si aggrava soprattutto di notte è un soggetto Arsenicum album, e il riuscire a individuarlo vuol dire trovare la soluzione terapeutica alla sua patologia acuta o cronica che sia o al suo malessere. Di contro un soggetto che ha periodi altalenanti di preferenza per la carne e i cibi salati, con una sete costante e una adorazione per le bevande fredde benché sia freddoloso, che mangia spesso ma ha sempre il vuoto allo stomaco ed è longilineo al limite dell'anemia, spesso stanco, che aggrava con il freddo e quando c'è il temporale, che si corica sul fianco sinistro e tende ad andare a dormire tardi, che presenta raucedine serale e gengive sanguinanti, che soffre spesso di cistite e ipotensione sarà un Phosphorus.
I disturbi dell'appetito, inoltre, costituiscono un segno clinico importante. Nei bambini molto piccoli questi disturbi sono espressione molto chiara delle condizioni generali e organiche e, particolarmente, delle condizioni digestive e metaboliche; nei giovani e negli adulti l'appetito viene notevolmente influenzato dai fattori psichici ed anch'essi hanno una grande importanza diagnostica. L'appetito viene regolato: dalla fame vegetativa, cellulare, cioè dalla necessità dell'organismo di elementi necessari al suo sostentamento ed al sul buon equilibrio metabolico, necessità che ha una sua 'coscienza' vegetativa che si manifesta con l'appetito; dalle condizioni delle funzioni digestive, dalle condizioni delle ghiandole endocrine e dal sistema vegetativo, che condizionano l'equilibrio umorale, da cui, a sua volta, dipende direttamente la fame, e , infine, dai fattori psichici anormali e normali. Uno studio dettagliato dell'appetito dei pazienti può guidarci a diagnosticare i disturbi di questi diversi organi e sistemi.