L'aglio (Allium Sativum): evidenze scientifiche ed avvertenze

Alimento prezioso, condimento e pianta medicinale, l'aglio fa parte della cultura umana da almeno 5000 anni. Molti antichi erboristi rivolgevano all'aglio lodi sperticate. Nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio scrisse che era un antidoto per i morsi di serpente e per certi altri veleni, e che inoltre serviva a curare l'asma, bloccare la tosse e liberare l'organismo dai parassiti intestinali. Conosciuto in Cina come Da-suan, l'aglio è utilizzato come erba medicinale almeno dal 500 d.C. per curare raffreddori, tubercolosi, dissenteria, disturbi digestivi e infezioni fungine della pelle. Nel 1858 il microbiologo francese Louis Pasteur ne studiò le proprietà antibatteriche in laboratorio. La pianta fu largamente adoperata anche durante la Prima Guerra Mondiale per medicare le ferite, mentre il dott. Albert Schweitzer lo sfruttò per curare la dissenteria amebica in Africa.

Da sempre sovrano incontrastato dell'arte culinaria, l'aglio è una pianta bulbosa perenne delle Liliacee che appartiene al genere Allium. Esso è originario dell'Asia centrale e ne esistono differenti specie (per es. Allium fragrans, Allium oreaceum, Allium ursinum, Allium vineale). Sebbene tutte le specie sembrino possedere proprietà medicinali, quello utilizzato a scopo terapeutico è proprio l'aglio comunemente usato in cucina, utlizzandone il bulbo fresco o secco.

L'aglio cresce meglio su terreno fertile, umido e sabbioso ben esposto al sole, in un clima caldo. Si coltiva come pianta annuale e può essere piantato in primavera o in autunno.

L'aglio contiene il principio attivo allicina (non meno dello 0,45%), alliina ( circa l'1%), aminoacidi, steroidi e adenosina. Se l'aglio viene schiacciato o triturato si ha formazione di allicina dall'alliina, attraverso una reazione chimica catalizzata dall'enzima allinasi.

L'allicina possiede attività antiossidante e antimicrobica (agisce sui batteri grampositivi e gramnegativi,soprattutto l'Escherichia coli) e svolge anche una azione antivirale, antimicotica e antiparassitaria, soprattutto in presenza di Entamoeba histolytica e Giardia intestinalis.

Attualmente, una particolare attenzione viene rivolta a una sua possibile azione antitrombotica, poiché i suoi estratti e diverse sue componenti hanno dimostrato, sia in vitro che in vivo, di poter svolgere tale azione. Le sostanze che hanno esplicato maggiore attività in vitro risultano l'allicina e l'adenosina, ma dal momento che ambedue vengono rapidamente metabolizzate, il loro apporto con l'attività antitrombotica dell'aglio è messo seriamente in dubbio. Anche un altro principio attivo, l'ajoene, sembra avere una azione antitrombotica e pertanto ne è stato ricavato un farmaco che trova indicazione nel trattamento di molti disturbi tromboembolici. L'azione terapeutica dell'aglio sul sistema cardiovascolare sembra possa farsi risalire all'attivazione della forma costitutiva dell'enzima nitrossido sintetasi.

Da alcuni test effettuati su volontari sani si è visto come l'aglio riduca la concentrazione plasmatica di saquinavir. Per quanto riguarda l'effetto antipertensivo, si ritiene sia dovuto ad una azione modulatrice nitrossido-dipendente esplicata a carico di fattori sia vasodilatatori sia vasocostrittori. Per quanto si riferisce all'aterosclerosi, non poche fonti scientifiche stanno ad indicare che l'aglio, oltre a ridurre i livelli di colesterolo e dei trigliceridi plasmatici, potrebbe inibire lo sviluppo di processi aterosclerotici.

Per contro, in una metanalisi pubblicata recentemente, a proposito di studi clinici condotti su soggetti affetti da processi degenerativi aterosclerotici agli arti inferiori (arteriopatia obliterante periferica) si giungeva alla conclusione che in questa patologia l'aglio non produca alcun effetto positivo.

L'eventuale azione antineoplastica dell'aglio è tuttora in fase di studio: indagini epidemiologiche indicherebbero che l'aglio potrebbe incidere in modo significativo sulla diminuzione dei decessi da neoplasie maligne. Dell'attività antitumorale dell'aglio e delle sue componenti sarebbe responsabile una serie di composti il più importante dei quali è l'S-allil-cisteina. L'invito è ad assumere un atteggiamento molto prudente nel confermare notizie molto frammentarie e poco precise.

Presso gli antichi Egizi, l'aglio era considerato sacro per le sue qualità medicamentose, e in Europa, sin dal Medioevo, è stato ritenuto un efficace vermifugo, antispasmodico ecc., ma soprattutto un potente antisettico, tanto che veniva persino usato per combattere il colera e la peste. Oggi si utilizza soprattutto nell'iperlipidemia, nell'ipertensione e in tutte le altre affezioni del sistema cardiovascolare. Secondo l'OMS può essere usato come coadiuvante della dieta nel trattamento dell'iperlipidemia e nella prevenzione della aterosclerosi vascolare età-dipendente e può essere utile nel trattamento dell'ipertensione di tipo lieve. La riduzione della pressione arteriosa è però di breve durata e pertanto al fine di ottenere un suo effetto duraturo è necessario consumare più spicchi di aglio al giorno ( minimo 4-5). E soprattutto non sospendere improvvisamente farmaci antipertensivi.

Una metanalisi dei risultati ottenuti nel corso di studi clinici effettuati in soggetti con ipercolesterolemia dimostra che, rispetto al trattamento con placebo, la somministrazione di aglio abbassa in modo significativo i livelli del colesterolo totale, ma che tuttavia, dato l'effetto, comunque modesto, soprattutto se si è in presenza di livelli di colesterolo molto elevati, l'uso esclusivo di aglio, in questa patologia, appare quantomeno discutibile.

Gli eventuali effetti collaterali correlati all'utilizzo di aglio sono:

  • Alito sgradevole

  • Ulcera gastrica

  • Anemia

  • Diarrea.

L'aglio, benché di rado, può causare reazioni allergiche quali asma e dermatiti da contatto, queste ultime segnalate da vari autori. Sono stati riferiti casi di asma e rinite in soggetti esposti alla pianta per motivi professionali.

Poiché una serie di ricerche condotte sul ratto dimostra che la somministrazione cronica di aglio provoca un'inibizione della spermatogenesi, tali dati sperimentali indicano che terapie protratte potrebbero compromettere la fertilità maschile.

Benchè il meccanismo dell'interazione non sia noto, i preparati a base di aglio vanno sconsigliati ai pazienti in cura con inibitori delle proteasi e inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa (NNRTIs).

L'aglio è in grado di inibire l'aggregazione piastrinica, incrementa la fibrinolisi e aumenta il tempo di sanguinamento, e se da una parte non sono mai stati riferiti casi di interazioni tra aglio e anticoagulanti, dall'altra la capacità di questo vegetale di inibire l'aggregazione piastrinica è provata da casi di sanguinamento post operatorio e di ematoma epidurale spinale spontaneo.

Il trattamento con aglio a dosi terapeutiche è controindicato:

  • In corso di terapia con farmaci che influenzano la coagulazione sanguigna (aspirina,warfarin, etc) o con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)

  • Prima di un intervento chirurgico

Il medico va sempre consultato prima di assumere aglio a dosi terapeutiche nei seguenti casi:

  • Precedenti fenomeni allergici di qualsiasi tipo;

  • Epatopatie (l'aglio è potenzialmente epatotossico);

  • Insufficienza renale ( non esistono studi sufficienti per escluderne la tossicità in soggetti nefropatici)

  • Periodo preconcezionale;

  • Gravidanza e allattamento;

  • Gastriti o malattie ulcerative dello stomaco o del duodeno

Dr. Angelo Carli 

 

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