La specie umana è una specie "a contatto continuo", cioè una specie in cui il piccolo dipende completamente dalla mamma per l'alimentazione e la cura.
Nei paesi in via di sviluppo questo contatto è senz'altro più spiccato, mentre nei paesi industriali le mamme devono comunque scendere a compromessi per ovvii motivi di lavoro e impegni.
Il latte materno è l'alimento più adatto per il neonato, è facilmente digeribile e ne soddisfa le esigenze nutrizionali ed emotive. La sua composizione varia in base a diversi fattori : alla fine della poppata, per esempio, ha una maggior percentuale di grassi e proteine per cui ha anche una maggior densità e potere saziante.
Il latte materno è composto da nutrienti fondamentali e protegge il bambino da malattie quali allergie, malattie infettive, diarree, infezioni respiratorie.
Pare anche che prevenga patologie future quali ipertensione, obesità, aterosclerosi e carie dentaria.
Contiene proteine, zuccheri, grassi, minerali, e vitamine.
Le proteine sono molto digeribili, meno allergizzanti e con maggior potere antinfettivo di quelle contenute nei latti artificiali.
Gli zuccheri sono rappresentati per la maggior parte dal lattosio, ottima fonte di energia, che tra l'altro inibisce molti microrganismi dannosi per l'intestino.
Anche i grassi sono particolarmente digeribili; i minerali invece sono scarsi per cui al sesto mese è bene iniziare lo svezzamento.
Se la mamma segue una dieta ben bilanciata l'apporto vitaminico è adeguato.
Il bambino alla nascita ha un peso compreso tra 2,5 e 4,5 chili. Nei primi giorni cala circa del 10% a causa dell'emissione di urina e di feci, dell'essicamento del cordone ombelicale e della perdita di acqua con la traspirazione cutanea.
Il recupero però sarà rapido ed avverrà entro qualche giorno.
L'aspetto delle feci del neonato è spesso fonte di preoccupazione , ma il loro colore nero-verdastro è normale. Nei primi giorni l'intestino infatti elimina il "meconio", dopodiché le feci assumono un aspetto giallo-ocra e sono piuttosto liquide. La dieta della mamma che allatta influenza parecchio il loro aspetto.
L'allattamento rappresenta un momento importante nello sviluppo del bambino, ma anche per la mamma, che si sente gratificata da questo stretto rapporto con il proprio piccolo.
La durata dell'allattamento va decisa in base alle esigenze ed alla predisposizione della mamma e del suo bambino.
Ci sono però casi in cui non è possibile effettuare l'allattamento naturale e si deve ricorrere ai latti artificiali.
I costi in questo caso sono piuttosto elevati: oltre al latte si devono acquistare gli accessori necessari, quali biberon, sterilizzatori, tettarelle ecc.
I latti cosiddetti "adattati" sono quelli che rispettano i requisiti nutrizionali fondamentali del latte materno e vengono utilizzati per la nutrizione del bambino fino al 4°-6° mese di vita.
Il latte vaccino si deve utilizzare più avanti, dopo i latti di "proseguimento", meno elaborati dal punto di vista nutrizionale e quindi meno cari.
I latti artificiali sono in polvere o liquidi.
I primi hanno minor ingombro e maggior durata, gli altri hanno il vantaggio di essere già pronti.
Il latte in polvere va sciolto in acqua tiepida, minerale o bollita, seguendo le indicazioni di preparazione indicate sulla confezione e dal pediatra, rispettando quindi la concentrazione consigliata. Se il bimbo vuole mangiare di più si potrà aumentare la quantità di latte liquido pronto, senza agire sulla concentrazione.
Il biberon di latte pronto può essere conservato per 24 ore in frigorifero.
Capita a volte che si debba ricorrere all'allattamento misto per integrare un'insufficiente quantità di latte materno.
In questo caso la mamma darà al bimbo la quantità di latte artificiale necessaria per arrivare alla dose adatta.
Nel caso di bimbi prematuri, invece, è sempre meglio dare la preferenza al latte materno, aumentando piuttosto il numero di poppate. La suzione stessa stimola una maggior produzione di latte.
Lo svezzamento avviene introducendo nell'alimentazione del bambino altri componenti, diversi dal latte.
Solitamente si effettua intorno al sesto mese di vita, età in cui il bimbo ha già una certa maturità nelle funzioni digestive e una certa curiosità nei confronti di cibi diversi.
Bisogna evitare cibi allergizzanti che a quest'età oltrepassano facilmente la parete intestinale scatenando pericolose crisi allergiche.
Modi e tempi comunque devono essere scelti per ogni caso e di comune accordo con il pediatra.
Non bisogna insistere se il bimbo non sembra gradire il cambiamento.
ATTENZIONE: Prima di prendere qualsiasi iniziativa rivolgersi sempre al medico.