Si tratta di una malattia molto contagiosa che si trasmette mediante il contatto con la saliva e il muco del paziente infetto.
L'agente infettivo è un batterio (Bordetella Pertussis ) che produce una tossina la quale provoca lesioni a livello della mucosa dei bronchi e dei bronchioli causando così il tipico broncospasmo.
Il periodo di incubazione può variare da un minimo di 5-6 giorni fino a un massimo di 20 anche se mediamente è frequente che i primi sintomi compaiano verso i 7-10 giorni dal contagio.
La malattia si evolve in diverse fasi.
Inizialmente si manifesta un quadro di infezione delle alte vie respiratorie , con tosse leggera e raffreddore, ma senza, o quasi, rialzo febbrile. In seguito gli accessi di tosse, dapprima quasi esclusivamente notturni, diventano più frequenti anche di giorno fino ad arrivare , solitamente nella seconda settimana, a dare accessi di tosse convulsiva tanto violenti da causare vomito e cianosi.
Tali accessi impediscono al soggetto di respirare normalmente e nei brevi istanti di pausa avviene solitamente un'inspirazione molto violenta e l'aria, passando attraverso la gola contratta, determina il cosiddetto "urlo".
Nei lattanti gli accessi di tosse possono arrivare anche a provocare crisi di soffocamento.
La fase appena descritta, detta anche "fase parossistica", dura solitamente dalle 2 alle 4 settimane, dopodichè le succede un periodo di convalescenza con accessi di tosse meno frequenti e meno violenti, fino ad una graduale estinzione della malattia.
Spesso si verifica però che ancora per mesi o addirittura per anni si ripresentino accessi di tosse con caratteristiche simili a quelli della malattia iniziale.
La contagiosità, molto elevata soprattutto nella prima fase, inizia contemporaneamente al manifestarsi dei primi sintomi e può considerarsi esaurita dopo circa 3 settimane dall'esordio della malattia. Non solo i neonati e i bambini sono a rischio di contagio ma anche gli adulti e soprattutto gli anziani.
Le complicanze più frequenti riguardano l'apparato respiratorio e sono otiti e bronchiti; al limite, può anche sopravvenire una broncopolmonite.
La prevenzione viene attuata soprattutto con il vaccino (solitamente in associazione a quello anti-tetanico e anti-difterico) somministrato in tre dosi a 3, 5 e 11 mesi di età, solitamente con una dose di richiamo verso i 5-6 anni.
La cura, sempre di competenza del medico curante, soprattutto per quanto riguarda l'uso di antibiotici specifici, può consistere anche nella somministrazione di sintomatici antitussivi e nell'eventuale integrazione della dieta con vitamine, soprattutto la vitamina C.
Un certo sollievo dagli accessi tossivi si può avere all'aria aperta e, sicuramente, potrebbe giovare un periodo di convalescenza in montagna.
Nei neonati sarà opportuno sollevarli dal lettino durante gli accessi di tosse per evitare crisi convulsive, ed eventualmente somministrare un sorso di acqua fresca per dare sollievo.
Particolarmente importante sarà evitare il contatto con persone affette da raffreddore o influenza dato che un'eventuale sovrinfezione peggiorerebbe notevolmente la pertosse.
ATTENZIONE: Prima di intraprendere qualsiasi terapia rivolgersi sempre al medico.
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