Active Aging – letteralmente invecchiamento attivo - significa vivere al meglio delle proprie capacità fisiche, mentali e sociali sempre, a qualunque età.
Essere attivi – sottolinea l’OMS – 'si riferisce alla partecipazione sociale, economica, culturale, spirituale e civile, non solo l’abilità di essere fisicamente attivi o di partecipare alla forza lavoro'
L'accostamento tra attività e invecchiamento è un concetto molto recente. Chi di noi non ricorda la propria nonna o bisnonna seduta sulla poltrona, a rammendare calzini o sonnecchiare, ne avesse avuto voglia o meno. Erano solitamente i figli, non le nonne, a decidere che, dopo una vita di tanto lavoro e fatica, fosse arrivato il tempo di godersi il meritato riposo: 'stai seduta e non stancarti, ci penso io'.
Ma essere passivi e riposarsi non è la stessa cosa, lo abbiamo sperimentato tutti. Sentirsi bene, essere 'in forma', dipende solo in parte dal riposo, ovviamente essenziale, ma è il senso di appagamento a dare i migliori risultati, questo vale per tutte le età.
La gratificazione è un meccanismo complesso che dipende dalla combinazione di più fattori ed è tanto più profonda ed efficace quanto più la dimensione mentale, fisica, emotiva e sociale si incontrano.
Perché si crei questa benefica alchimia è necessario conoscere e rispettare i propri gusti e i propri limiti ma altrettanto fondamentale è non smettere di sperimentare, curiosare, conoscere nuove cose. Non bisogna mettersi in panchina ancora prima che siano gli altri ad escluderci dal gioco.
La vitalità non è proporzionale agli anni, così come l’amore per l'avventura e la novità non si misurano nelle grandi imprese: andare ad esplorare un nuovo quartiere, iniziare quel corso di pittura, di ballo o di computer procrastinato per una vita (prima i figli e adesso i nipoti!!), ha l’impatto benefico di rivitalizzarci e quindi di rallentare un processo di chiusura in noi stessi che giustifichiamo con l’invecchiamento ma che sempre più anziani attivi e vitali ci dimostrano che non è affatto la regola.
Sapere che regalarsi un ciclo di incontri nei musei, un pomeriggio a teatro o una camminata nel parco - meglio ancora se in compagnia - ha un effettivo impatto sulla nostra salute e benessere, è una ragione più che sufficiente per provare a spezzare quel circolo vizioso che si innesta su stanchezza, disagio e malessere che ci allontanano inesorabilmente da esperienze gratificanti .
Essere impegnati 'da' qualcosa deciso dagli altri (diventare i factotum della famiglia per intenderci, al servizio di figli,nipoti e coniugi) è utilissimo a rimanere attivi ma non è lo stesso che essere impegnati 'in' qualcosa che si è scelto e che, oltre che attivi, ci fa sentire anche vitali.
Ma chi ci dice che sia così importante fare una vita attiva e gratificante? Sono in molti a dirlo e i pareri sono tutti autorevoli:
- lo dice l'OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità - che dalla fine degli anni ’90 sostiene che rimanere fisicamente, mentalmente, socialmente attivi ad ogni età aumenta la qualità della vita, riduce i rischi legati all'invecchiamento e gli effetti negativi delle patologie croniche ad esso associate.
- Lo dicono gli esperti, i medici, gli psicologi, gli scienziati, i ricercatori. È stato proprio un epidemiologo - Ralph Paffenberg, professore alla Harward School of Pubblic Health tra gli anni ’60 e ‘90 - ad aver fornito le prime evidenze scientifiche che l’attività fisica giova all’invecchiamento. Paffenberg sosteneva che ogni ora di attività fisica avrebbe allungato di un giorno la sua vita e agli scettici rispondeva che non solo 'l’esercizio fisico aggiunge anni alla vita ma vita agli anni' (fino ad allora l’invecchiamento era abbinato all’idea di riposo e tranquillità).
- Lo dimostrano i massimi incontestabili e inequivocabili esperti su questo tema, ovvero le persone che ai 100 anni si avvicinano davvero – e che in Italia sono in continuo aumento - che spesso ci colpiscono non solo per l'età anagrafica ma per la vitalità che emana il loro sguardo mentre offrono la loro testimonianza.
In relazione alla propria età, è spesso il pregiudizio - legato a come ci si debba comportare, vestire e relazionarsi - a definire le regole del gioco, rinforzato da periodi di stanchezza in cui ci sembra di toccare con mano il proprio declino.
Basta guardare le foto in bianco e nero di quando i nostri nonni non avevano ancora sfiorato i 50 anni per rendersi conto che l’età cronologica e quella fisiologica non coincidono e che la qualità e lo stile di vita hanno un effetto concreto e visibile sulla persona.
Essere attivi non può esserci imposto dagli altri, esattamente come non può essere imposto l'invito a rilassarsi o ad addormentarsi, ma liberarsi dai pregiudizi e vivere pienamente aiuta ad affrontare meglio anche i periodi più faticosi e a non farli diventare la norma.
Rispettare i propri limiti ma sfidarli un poco ogni giorno è una ricetta semplice che può dare risultati sorprendenti.
Non esiste un’età in cui si perde la capacità di sognare, divertirsi, creare, provare piacere, non c’è quindi nessuna ragione per rinunciarvi, al contrario, continuare a coltivarli è un diritto di tutti.
Dott.ssa Giorgia Micene, Psicologa e Psicoterapeuta
*Se hai più di 60 anni a vuoi aderire alle attività: www.argentoattivo.it
Il progetto 'Argento Attivo: vivere bene oltre i Sessanta' è attivo in Piemonte (Torino, Alba, Bra, Alessandria), Veneto (Rovigo), Marche (Ancona), Sicilia (Palermo).
Sitografia:
http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/67215/1/WHO_NMH_NPH_02.8.pdf
https://www.hsph.harvard.edu/news/magazine/centennial-years-to-life/