Il respiro è vita, il respiro è ritmo. Nella lingua latina, greca e nella sanscrita la parola respiro equivale ad anima. Nella Bibbia l’uomo acquisisce la vita attraverso un soffio divino. La nostra esistenza inizia con un atto inspiratorio e si conclude con un atto espiratorio. La respirazione è un atto spontaneo che, il più delle volte, non è nemmeno consapevole. Quanti sanno realmente che la respirazione è essenziale per la nostra vita fisica ed emotiva? E che la respirazione coinvolge i più piccoli sistemi del nostro corpo? Ossia la cellula? Provate a soffermarvi e a pensare come respirate. I respiri sono profondi? Superficiali? Rapidi o lenti? Coinvolgono l’addome, il torace o la zona più alta? E come vi sentite se modificate il vostro modo di respirare? E’ un atto autonomo e meccanico su cui non si pone l’attenzione, la si pone solo quando si ha il fiatone o quando la necessità di respirare diventa importante. Provate a porre una mano sull’addome ed una sul torace, poi fate un bel respiro ed osservate qual è la zona che si solleva. Addome o torace? In situazione fisiologica l’espirazione ha origine dal diaframma, mentre l’espirazione dovrebbe essere un ritorno passivo delle strutture elastiche, a meno che non ci si trovi in una condizione di espirazione forzata, in questo caso si utilizzerà la muscolatura espiratoria. Vediamo un po’ più da vicino quanto è importante e quanto la respirazione sia il centro nevralgico nei confronti della vita in genere. Prima di dedicarci a ciò vediamo il diaframma sotto un profilo anatomofisiologico. La respirazione è resa possibile dalla presenza di 2 polmoni contenuti nella cassa toracica. Il movimento respiratorio è gestito dall’abbassamento ed innalzamento di un muscolo striato e volontario che è posto inferiormente rispetto ai polmoni e che si chiama diaframma. La respirazione avviene con un atto meccanico di contrazione del muscolo inspiratorio, il diaframma, ed un rilascio dello stesso durante l’atto espiratorio. L’inspirazione è quindi dovuta ad un’espansione della gabbia toracica, quindi atto attivo, mentre l’espirazione è un ritorno elastico, quindi atto passivo. Se invece siamo in una situazione in cui c’è bisogno di una ventilazione importante, allora entrano in gioco non solo più il diaframma ed i muscoli intercostali, ma la muscolatura accessoria, che aiuterà il sistema ad aumentare le capacità ventilatorie. La respirazione è diversa nel maschio o nella femmina. Nel maschio la respirazione è prevalentemente addominale o diaframmatica, mentre nella femmina è maggiormente predisposta ad una respirazione costale o toracica. La donna infatti è predisposta ad avere delle gravidanze e quindi la pressione diaframmatica potrebbe creare dei problemi al feto. Indipendentemente dai due sessi, nei paesi Occidentali si tende maggiormente ad utilizzare una respirazione toracica e questo è legato allo stile di vita; mentre nelle culture Orientali si tende a dare maggiore importanza al tipo di respirazione, come mezzo attraverso cui si ottiene equilibrio fisico e psichico. A tale proposito ci sono tecniche specifiche che insegnano le modalità corrette nel respirare. Il diaframma è un muscolo che separa il torace dall’addome. E’ costituito da una parte muscolare e da una parte tendinea, presenta due cupole, una a destra in rapporto con il fegato ed una a sinistra che ha rapporto con stomaco e milza. Ha diversi legamenti che lo pongono in connessione con il cuore ed il colon e presenta orifizi per il passaggio dell’aorta, dell’esofago e della vena cava inferiore. Il diaframma contrae rapporti anche con strutture importanti del sistema neurovegetativo (il sistema nervoso autonomo, quello che regola la vita neurovegetativa) e cioè con il nervo vago. Ha poi dei punti di inserzione a livello sternale, costale e lombare. In realtà poi, secondo l’osteopatia, i diaframmi sono 3, il tentorio del cervelletto (una parte della dura madre delle meningi), il diaframma toracico ed il diaframma pelvico (pavimento pelvico). Da qui, tutto ciò che può conseguire se uno di questi distretti è fuori armonia. La respirazione mal condotta porta a dei blocchi che si ripercuotono sul sistema uomo. Ad esempio, se il diaframma rimane bloccato in basso, si possono accusare cervicalgie o dolori diffusi a livello cervicale. Il diaframma può essere coinvolto in problemi respiratori, digestivi, disfunzioni fonatorie, problematiche ginecologiche, algie lombari, alterazioni posturali, difficoltà circolatorie. Sul piano emozionale, il diaframma “gioca” un ruolo molto importante. Quando ci sono emozioni o sensazioni sgradevoli, si attuano due meccanismi fondamentali, la contrazione dei muscoli interessati, che imprigionano l’emozione anziché darle sfogo e la riduzione dell’attività respiratoria. Quando invece il corpo non ha rigidità e la respirazione è buona, non c’è ansia, ma “piacere”. La respirazione è anche alla base della meditazione. Attraverso la respirazione si ritrova la concentrazione, l’equilibrio, la centratura, la calma interiore. Attraverso la respirazione si rientra nel qui ed ora! Quanto è stato detto sinora è indicativo del fatto che il saper respirare in maniera adeguata e lo sblocco del diaframma può essere un elemento cardine del benessere psico-fisico della persona. E’ uno degli strumenti innati che ciascun individuo possiede. Personalmente insegno a respirare in maniera corretta in modo da poterlo utilizzare come strumento di centratura nei momenti di necessità. E’ un esercizio quotidiano che consiglio di fare, in modo da averlo acquisito per i momenti in cui è necessario applicarlo quasi come meccanismo autonomo. Il respiro è al tempo stesso il gesto più naturale ed automatico che possiamo compiere ogni giorno, ma anche il più potente. E’ quel soffio che lega la mente al corpo ed è in grado di influenzare entrambe. “Quando liberiamo il nostro respiro, liberiamo le nostre tensioni.” Gay Hendricks.
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