Buona regola è fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana, dando cioè la possibilità al sistema uomo di recuperare. L’attività fisica fa parte anche di una moda, cioè il culto della propria persona sotto un profilo puramente estetico, senza valutare troppo l’aspetto preventivo e terapeutico della stessa. L’argomento che andrò ad affrontare riguarda la valutazione delle diverse capacità di allenamento fra donna e uomo, legate a situazioni fisiologiche proprie del sistema stesso. In età precedente alla pubertà, le forze muscolari femminili e maschili praticamente si equivalgono: la pubertà segna la zona di divaricazione fra i due sessi. Durante l’adolescenza le proporzioni dello scheletro si modificano. Nei maschi si avrà un maggiore allargamento delle spalle ed un minore allargamento del bacino, con notevole vantaggio meccanico e sulla massa muscolare, concorrendo allo sviluppo della forza muscolare stessa a carico dell’arto superiore. Nella femmina invece ci sarà un maggiore sviluppo del bacino. Questo elemento determina un aumento del valgismo (aumento dell’angolo interno dell’articolazione) a livello di articolazione del ginocchio, che può rendere più difficoltose le accosciate nella figura femminile. La muscolatura scheletrica volontaria, che costituisce la massa magra dell’individuo, è costituita da una parte tendinea ed una parte carnosa. In quella carnosa vi è la presenza di fibre, che sono l’elemento costitutivo del muscolo. Queste fibre si dividono in fibre rosse e fibre bianche. Le prime si chiamano così perché sono altamente vascolarizzate, ricevendo un notevole apporto di sangue, sono anche ricche in quantitativo di ossigeno e metaboliti, quindi hanno una notevole resistenza all’affaticamento. Sono innervate da strutture nervose che inviano stimoli costanti e continui. Sono definite fibre rosse o lente. Le fibre bianche o veloci, sono più spesse e tendono ad affaticarsi più rapidamente. In linea di massima il quantitativo in un individuo di fibre rosse o bianche è uguale, anche se in realtà nella donna c’è percentualmente una minore quantità di fibre bianche. Gli studi hanno riscontrato che non sono emerse differenze molto elevate fra la percentuale di tipi di fibre, ma sulla loro area, chiaramente al fine funzionale è da non sottovalutare. Sino ai 12 anni circa, femmine e maschi non hanno grosse differenze, né sul piano fisico, né su quello legato alla forza muscolare. Dopo questa età la forza muscolare maschile continua ad aumentare, sino a raggiungere un 35-40% in più di quella femminile. Ciò è dovuto ad una differenza fra la quantità di massa magra e massa grassa (adipe) fra i due sessi, con prevalenza di massa grassa nel sesso femminile. La produzione degli ormoni sessuali, porta ad una diversità che influenza in modo significativo i livelli prestativi. Interessante sottolineare che intercorre differenza fra maschio e femmina e fra la forza dell’arto superiore ed inferiore. Percentualmente, la differenza fra forza dell’arto superiore ed inferiore in maschi ed in femmine è minore; questo è legato al fatto che l’arto inferiore è sempre attivo nella postura e nella deambulazione e risente molto meno della sedentarietà degli arti superiori. Anche le caratteristiche antropometriche della femmina, secondo alcuni studiosi, potrebbero essere svantaggiose sulla forza muscolare, come ad esempio la minor larghezza delle spalle. Gli stessi ormoni sessuali, nel maschio o nella femmina influenzano il trofismo (condizioni nutrizionali) del muscolo. Il testosterone, ormone maschile (nella donna costituisce il 10% circa della quantità prodotta dal maschio) ha effetto su entrambe le fibre, mentre gli ormoni femminili, in particolar modo gli estrogeni, possono influenzare la capacità di carico dell’articolazione, influenzando la capacità tensiva dei legamenti e dai tendini. Gli estrogeni aumentano, in maniera transitoria, la lassità legamentosa, che può essere responsabile di una maggiore incidenza di infortuni. Studi hanno rilevato che nei legamenti, ci sono sistemi (recettori) per tale ormone. Nella fase di calo estrogenico, dopo l’ovulazione si è riscontrato che può aumentare la forza e diminuire la capacità di rilassamento. Caratteristica evidenziata già da tempo è la capacità da parte del sesso femminile di sopportare, rispetto all’uomo, la fatica alla stessa percentuale di carico. La donna è più resistente dell’uomo quando viene impiegata una percentuale di lavoro basso e tende a diminuire, quando l’intensità aumenta. La donna ha una minore riduzione di forza in una contrazione mantenuta nel tempo. Alcuni studi suggeriscono che questa situazione sia legata al fatto che le donne hanno una maggiore irrorazione muscolare, rispetto agli uomini, in situazioni di intensità basse e quindi le stesse possano ricorrere a sistema aerobico. Questi sono alcuni degli aspetti che si sono approfonditi in questo articolo, si può quindi concludere dicendo che le differenze delle caratteristiche della forza nelle donne rispetto agli uomini, sono molto limitate, comunque per chi segue gli allenamenti agonistici o dilettantistici, andrebbero ben conosciute per evitare possibili traumi. Si ricorda quindi che la donna ha minore capacità di esplosività nella forza, che può essere danneggiante nei confronti degli arti inferiori, soprattutto nel ginocchio, come abbiamo visto prima. Quindi, sotto quest’aspetto si dovrebbe provvedere ad un allenamento graduale a qualsiasi età. Da sottolineare che l’allenamento della forza in età perimenopausale e menopausale può essere un buon sistema di prevenzione per la tendenza all’osteoporosi.
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