Anche se molti lo credono, non si tratta di una patologia: si definisce “acetone” la presenza nel sangue di particolari sostanze tossiche, detti corpi chetonici ( acetone, acido acetoacetico e 3-idrossi-butirrico). E’ una condizione ben conosciuta specialmente dai genitori poiché si manifesta soprattutto in età pediatrica ( a partire dai 3 anni di età circa).
I sintomi sono malessere generale con accessi di vomito, sonnolenza, irritabilità, addominalgia, cefalea, lingua asciutto-patinata, occhi cerchiati e volto che “si affila”.
I composti acidi in questione si formano nei digiuni prolungati, in occasione di malattie infettive con febbre, nelle diete particolarmente ricche di grassi, quando scarseggia l’azione dell’insulina e dopo gli sforzi intensi e prolungati…queste condizioni hanno in comune proprio l’alterazione del nostro carburante principale: il glucosio. L’organismo reagisce , non avendo glucosio da utilizzare, utilizzando primariamente un’altra fonte energetica: i grassi. Ma proprio dall’eccessiva degradazione di questi ultimi deriva la produzione ed il relativo passaggio nel sangue dei corpi chetonici, fino a livelli tossici.
L’alito cattivo dal tipico odore di frutta marcescente o del solvente per togliere lo smalto dalle unghie è un segnale inequivocabile di acetone.
In generale è un disturbo transitorio e sanabile semplicemente con qualche accorgimento alimentare.
La diagnosi è molto semplice: alitosi e corpi chetonici nelle urine sono i due sintomi cardine. Basta andare in qualsiasi farmacia e fare analizzare le urine con delle strisce reattive per avere la conferma.
Con la febbre è usuale che si sviluppi l’acetone: i rialzi della temperatura corporea possono rompere il delicato equilibrio metabolico di un bambino inducendo un’aumentata produzione di catecolamine, cortisolo, ormone della crescita e glucagone: tutti ormoni che stimolano la lipolisi, ovvero il processo di degradazione dei grassi.
Durante la crisi di iperchetonemia è utile una dieta priva di grassi e ricca di zuccheri ed acqua. L’idratazione è fondamentale per eliminare l’acetone: acqua e succhi di frutta non gasati vanno somministrati poco alla volta con regolarità. NON è una buona idea, anzi è proprio pessima, utilizzare Coca-Cola od altre bevande ricche di dannose sostanze chimiche.
Se vi è presenza di vomito intenso è sempre il caso di avvisare il pediatra od il medico curante per fornire l’opportuna idratazione e l’eventuale terapia antiemetica (contro il vomito).
La prevenzione si basa sull’alimentazione: pochi grassi (latte compreso) e giusta razione di carboidrati complessi (pasta) la cui digestione libera lentamente glucosio nell’intestino.
Quindi è corretto affermare: ACETONE = ABITUDINI ALIMENTARI SCORRETTE!!!!
Per ripristinare le perdite di acqua e di elettroliti è opportuno utilizzare centrifugati di frutta e verdura fresche diluiti con latte d’avena e acqua minerale naturale nelle seguenti percentuali : 55% centrifugato, 30% di acqua minerale (non oligominerale) naturale e 15 % latte di avena.
Per tenere sotto controllo nausea e vomito è preferibile somministare le bevande a temperatura ambiente, sorseggiando lentamente aiutandosi con una cannuccia.
Negli adulti l’acetone può essere sintomo di diabete scompensato (mai sottovalutarlo) e pertanto devono essere evitati alimenti ricchi di carboidrati a rapido assorbimento che, innalzando rapidamente il livello ematico di insulina, possono contribuire all’aggravamento del quadro clinico del paziente.
In questo caso si dovranno privilegiare i cereali integrali in chicci e gli ortaggi a foglia verde scura (barbabietole e spinaci).
Come integrazione di sali minerali può essere utilizzata, in associazione a frutta e verdura fresche, l’argilla verde ventilata (reperibile in farmacia ed erboristeria) aggiungendola ai succhi od ai centrifugati (1 cucchiaino 2 volte al giorno).
Le piante medicinali non hanno un ruolo significativo nella terapia dell’acetone: in assenza di vomito si può utilizzare la somministrazione di infusi di the, ma niente di più.
Quando invece sia presente vomito è utile la somministrazione di piccoli sorsi ripetuti di infuso di camomilla dolcificato.
Dr. Angelo Carli - Fitoterapeuta ed Omeopata.