Gli antibiotici sono farmaci indispensabili, che hanno rappresentato un notevole passo avanti nella lotta alle infezioni.
Con il loro utilizzo però si sono manifestati nel tempo effetti collaterali derivanti da un loro uso indiscriminato.
Stiamo parlando dell’antibiotico-resistenza che sta procedendo più velocemente della scoperta di nuove molecole per cui è sempre più difficile arginarla.
Si tratta di quel fenomeno per cui un batterio risulta resistente all'attività di un farmaco antimicrobico.
L’antibiotico resistenza è particolarmente presente nelle strutture ospedaliere in cui rappresenta la più frequente complicanza nei degenti ed è in continuo aumento.
Le conseguenze sono un aumento della durata delle malattie con possibili complicanze che possono causare una maggiore mortalità e il verificarsi di epidemie e inoltre costi maggiori per effettuare cure mirate e per prolungate degenze.
Le cause dell’antibiotico resistenza sono da ricercare in un sempre maggiore utilizzo degli antibiotici, in un loro uso spesso inappropriato e anche nella trasmissione di infezioni sostenute da microrganismi antibiotico resistenti.
Da non dimenticare inoltre l’utilizzo di antibiotici negli allevamenti, utilizzo che provoca l’ingestione inconsapevole di antibiotici da parte dei consumatori.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione Europea da molti anni si sono attivate indicando una serie di provvedimenti specifici per limitare il diffondersi dell’antibiotico resistenza.
Nonostante questo si è arrivati ugualmente a una situazione preoccupante e il Ministero della Salute negli ultimi anni si è attivato per effettuare una strategia continuativa volta a contrastare questo problema.
Si punta alla sensibilizzazione dei cittadini, spesso convinti che l’antibiotico sia indicato per curare anche un semplice raffreddore, e a una maggiore consapevolezza da parte degli operatori sanitari (medici e farmacisti). Inoltre sono stati attivati attivati piani di monitoraggio volti ad approfondire tutti gli aspetti di questa problematica, dal numero di casi alla tipologia dei batteri coinvolti.