Cos’è la biorisonanza e come funziona?

Biorisonanza

 

La biorisonanza è un tipo di terapia utilizzata nella medicina complementare che utilizza una macchina per misurare la frequenza delle lunghezze d’onda dell’energia provenienti dal corpo e non prevede l’uso di farmaci. Le misure rilevate vengono utilizzate per diagnosticare e per curare diversi tipi di patologie.

Che cos’è la terapia di biorisonanza?

Analizziamo la parola biorisonanza: “bio” è l’abbreviazione di biologico e significa “vivente” o “vita”. In fisica, il termine “risonanza” si usa quando un oggetto vibra alla stessa frequenza naturale di un secondo oggetto e costringe quest’ultimo a un movimento vibratorio.

La biorisonanza (da non confondere con la terapia di biofeedback) usa le frequenze emesse dalle cellule viventi nel corpo come informazioni necessarie per facilitare la terapia di trattamento, proprio come l’accordatura di uno strumento musicale. Certo, la gamma di frequenza delle cellule è molto più bassa di quella delle corde del pianoforte, ma può comunque essere misurata con apparecchiature dedicate.

Inizialmente in Germania la biorisonanza si è dimostrata utile per cercare di identificare gli allergeni che interferiscono con l’organismo e potrebbero causare reazioni allergiche. Questa terapia è stata dunque inizialmente utilizzata nei test allergologici, per identificare quali allergeni non sono in risonanza con l’organismo, scatenando reazioni allergiche.

A cosa serve la biorisonanza?

La terapia con l’apparecchio di biorisonanza aiuta il corpo a ridurre il carico di tossine o di stress, consentendogli di guarire se stesso ed è per questo che viene oggi utilizzata come efficace terapia complementare.

La biorisonanza è una terapia non invasiva e delicata, adatta già ai bambini di età superiore ai 4 anni e persino ai pazienti sensibili. La terapia con una macchina di biorisonanza aiuta il corpo a ridurre le sue tossine o il carico di stress e quindi aiuta a ripristinare l'”autoregolazione”, consentendo al corpo di guarire se stesso, e si è dimostrata efficace nel trattamento di diverse patologie. Ad esempio, nelle affezioni in cui entrano in gioco gli stress allergici che possono manifestarsi con dolori e fastidi generalizzati, vie nasali ostruite, starnuti e difficoltà respiratorie, stanchezza, disturbi digestivi, problemi alla pelle o semplicemente una sensazione generale di “non sentirsi bene”.

Oggi, nonostante i progressi scientifici, sempre più persone hanno difficoltà a mantenere una buona salute. Ad alcuni disturbi viene data un’etichetta, ma molti, come l’ipertensione e l’artrite reumatoide, non riescono ad essere curati e vengono semplicemente gestiti. Molti di questi disturbi e sindromi sono aumentati costantemente negli ultimi 20 anni, il che porta a chiedersi se non stiamo diventando più intolleranti o addirittura allergici ai crescenti livelli di tossine nell’ambiente. In forza di questa ipotesi, è facile capire come mai la biorisonanza venga molto spessa utilizzata con successo anche per queste particolari patologie.

Come funziona la terapia di biorisonanza e cosa cura?

Già nel 1977, il dott. Franz Morell, Erich Rasche e il dott. Ludger Mersmann svilupparono un filtro per separare i segnali elettromagnetici “sani” da quelli “non sani” provenienti dal corpo. Le scoperte fatte nella fisica quantistica hanno rivelato che tutte le particelle di materia condividono le caratteristiche sia delle onde che delle particelle. A seconda della loro natura, tutte le sostanze hanno una lunghezza d’onda o frequenza specifica con caratteristiche altamente individuali. Questo è noto come “modello di frequenza” ed è quello che può essere rilevato da un dispositivo di biorisonanza.

La ricerca sui biofotoni si basa sul presupposto che le cellule comunichino tra loro per mezzo di “lampi di luce” (radiazione fotonica) a determinate frequenze “risonanti”. I ricercatori di biofisica ritengono che il livello biofisico del corpo controlli il livello biochimico e quindi la struttura della materia e degli organi.

Il dispositivo di biorisonanza utilizza modelli di frequenza prelevati dal corpo nella modalità di biofeedback originale o da sostanze come uova o latte che stressano il corpo.

Per utilizzare la biorisonanza, vengono posizionati degli elettrodi sulla pelle e collegati ad una macchina che “legge” le lunghezze d’onda dell’energia proveniente dal corpo. Questo è il processo di diagnosi. Quindi, quelle frequenze energetiche possono essere manipolate dalla macchina per consentire alle cellule del corpo di vibrare alla loro “frequenza naturale”, trattando la condizione patogena.

In sostanza, la macchina separa le onde che riceve in componenti armoniche (sane) e disarmoniche (non sane). Le onde sane possono essere potenziate e inviate al corpo per rafforzare le normali funzioni, mentre le onde non sane vengono “invertite” o capovolte da un circuito elettronico a specchio prima di essere restituite per ridurre il loro effetto negativo sul corpo.

Ciò che accade in realtà è più complicato, ma l’onda “invertita” annulla l’onda dannosa che stava stressando il sistema energetico del corpo.

È possibile osservare questo effetto sull’acqua di uno stagno, dove le increspature riflesse da una pietra appiattiscono la successiva increspatura in arrivo. Questo è ciò che può accadere con le onde elettromagnetiche. Supponiamo che un paziente sia intollerante al glutine e che questo gli causi mal di stomaco. Possono essere utilizzate lunghezze d’onda di energia invertite provenienti dalle frequenze del glutine. L’obiettivo è avere un effetto positivo sul corpo umano e ridurre la reazione delle cellule del corpo.

Una tipica sessione di terapia di biorisonanza di 60 minuti combina diversi programmi terapeutici, alcuni dei quali utilizzano informazioni dal corpo e altri da sostanze. Le informazioni alterate vengono riprodotte nel corpo che viene “stimolato” quando risuona con la frequenza di guarigione della biorisonanza. Invece di cercare semplicemente di eliminare i patogeni, un buon dispositivo lavora con il sistema immunitario.

Procedura terapeutica

Il medico Jacques Antoine Bechamp sosteneva che le malattie erano il risultato di molteplici fattori, unici per ogni individuo.

Immagina il corpo come un barile vuoto alla nascita. Poi, a ogni contatto con sostanze stressanti nell’ambiente, il barile si riempie sempre un po’ di più. Quando i meccanismi regolatori nei nostri corpi funzionano correttamente, di solito possono impedire che il barile trabocchi elaborando ed eliminando gli stress. In alcune persone, tuttavia, il sistema regolatorio non riesce a farcela e il barile trabocca, causando malattie, ansia o allergie. Grazie alla biorisonanza è possibile identificare le cause di stress del nostro organismo.

Le onde sane vengono potenziate e rimandate al corpo per rafforzarne le normali funzioni, mentre le onde non sane vengono “invertite” per ridurne gli effetti negativi sul corpo.

La terapia di biorisonanza è molto ben tollerata e non sono stati segnalati effetti collaterali poichè – come abbiamo visto – funziona con le frequenze all’interno del corpo.

Anche se durante la terapia può sembrare che non accada nulla, all’interno del corpo accadono molte cose: l’apparecchiatura di biorisonanza infatti utilizza le informazioni ricevute dal corpo e, viceversa, il corpo utilizza quelle inviate di rimando dalla macchina.

Cosa può curare la biorisonanza? È sicura?

Oggi, tutti i dispositivi medici devono essere registrati presso l’MHRA (l’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari) e questo garantisce che tutti i dispositivi di biorisonanza siano regolamentati. Se questo non basta, è sufficiente pensare che il dispositivo funziona a frequenze così basse che non è possibile causare alcun danno. È una terapia non invasiva e quindi è molto sicura e apporta benefici anche ai bambini. Ogni dispositivo è dotato di certificazione CE e possiamo affermare con sicurezza che la terapia di biorisonanza è sicura.

La terapia di biorisonanza viene comunemente utilizzata per diagnosticare e trattare un’ampia serie di condizioni legate alla salute. Queste includono, tra le altre, la cessazione del fumo, problemi di stomaco, allergie e condizioni correlate (come eczema e asma), artrite reumatoide, fibromialgia e sindrome da sovrallenamento.
La biorisonanza può aiutare ad alleviare lo stress sul corpo del paziente, favorendone la guarigione, ed agisce rafforzando i segnali salutari provenienti dall’organismo e contrastando quelli patogeni.

Principali applicazioni della biorisonanza

Molta letteratura scientifica supporta i benefici della biorisonanza.
Uno studio del 2014 ha confrontato la biorisonanza utilizzata per smettere di fumare con un placebo. È emerso che il 77,2% delle persone nel gruppo sottoposto alla biorisonanza ha smesso di fumare dopo una settimana dalla terapia rispetto al 54,8% nel gruppo placebo. Lo studio ha anche scoperto che dopo un anno dal trattamento – che è stato fatto solo una volta – il 28,6% delle persone nel gruppo biorisonanza aveva smesso di fumare, contro il 16,1% nel gruppo placebo.

Per il trattamento del mal di stomaco, uno studio ha scoperto che questa terapia era utile specificamente per ridurre il dolore allo stomaco non associato a una diagnosi specifica.

Alcuni studi suggeriscono che la biorisonanza potrebbe essere efficace nell’artrite reumatoide normalizzando il funzionamento degli antiossidanti all’interno del corpo. Questi antiossidanti aiutano a combattere i radicali liberi, il che può aiutare a ridurre i danni ai tessuti nelle persone con artrite reumatoide.

Un ulteriore studio ha confrontato la combinazione di terapia di biorisonanza, terapia manuale e massaggio puntuale per il trattamento della fibromialgia con la terapia manuale e la terapia puntuale senza terapia di biorisonanza. Sebbene entrambi i gruppi abbiano riscontrato un miglioramento, lo studio ha rilevato un miglioramento del 72% del dolore muscolare nel gruppo che ha ricevuto la terapia di biorisonanza rispetto a un miglioramento del 37% nell’altro gruppo. Sono stati riscontrati anche miglioramenti nei problemi del sonno e nella sensibilità ai cambiamenti meteorologici.

Anche la sindrome da sovrallenamento, nota anche come burnout, che si verifica quando un atleta non si riprende completamente dall’allenamento e dalla competizione è stata sottoposta a studi specifici relativi al trattamento degli atleti con la biorisonanza. Uno studio ha per esempio evidenziato che la biorisonanza è utile nella sindrome da sovrallenamento riportando la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna alla normalità e calmando il sistema nervoso simpatico (la risposta alla fuga o al combattimento).

Dr.ssa Monica Viotto

 

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