Depressione e medicina naturale

   
 

Le turbe depressive sono ancora in aumento. Recenti indagini cliniche effettuate fra i medici di base in Austria, Francia, Germania, Italia e Svizzera, hanno rivelato che fino al 15% di tutti i pazienti che si rivolgono al medico per consulenza soffrono di turbe depressive. Anche se è impossibile stabilire quante persone in tutto il mondo siano affette da stati depressivi in un determinato momento, una stima effettuata dall'OMS rivela che attualmente oltre 450 milioni di persone soffrono di disordini depressivi, la gran parte proprio nei Paesi in via di sviluppo.

Tutte le forme depressive hanno in comune i seguenti sintomi fisiologici:

  • Perdita della capacità di godersi la vita
  • Senso di ingiustificata tristezza, pena e dispiacere, associato ad una inclinazione al pianto
  • Sbalzi d'umore, irritabilità e preoccupazione con rimuginamenti
  • Indecisione e vacillamenti
  • Impressione che il tempo trascorra lentamente e scarsa capacità di concentrazione
  • Perdita dell'energia mentale, lentezza di pensiero, pensieri che girano in circolo
  • Scarsità di idee, vuoti mentali e disturbi della memoria soggettiva
  • Ipocondria, pessimismo, sensi di colpa, ripensamenti sulle perdite subite
  • Diminuzione di interesse e di iniziativa
  • Minor capacità di affrontare le difficoltà
  • Auto-isolamento e voglia di sfuggire agli altri
  • Sensazione che la vita non abbia più senso di essere vissuta, pensieri suicidi
  • Impoverimento dell'espressione facciale, che mostra apatia, tristezza, ansia e paura
  • Trascuratezza nel vestire e nell'igiene personale
  • Insonnia spesso caratterizzata da risvegli precoci e impossibilità di riaddormentamento
  • Ipersonnia
  • Scarso appetito e perdita di peso o al contrario appetito vorace e aumento di peso
  • Calo o perdita del desiderio sessuale
  • Amenorrea
  • Gastrite
  • Sintomi gastrointestinali
  • Palpitazioni specie serali con sudorazione e tremore

Importanti per la diagnosi sono l'anamnesi del paziente ed il suo comportamento prima del manifestarsi della malattia. Particolarmente importanti in questo contesto sono fattori quali: l'atteggiamento mentale imposto al paziente dagli avvenimenti della sua vita (nei casi di depressione reattiva o neurotica), i precedenti episodi di depressione che mostrano un ritmo periodico o stagionale ( depressione endogena), nonché malattie organiche o precedenti trattamenti farmacologici (che possono essere la causa di una depressione organica o sintomatica).

Per poter diagnosticare uno stato depressivo il più presto possibile si dovrebbero ricercare i sintomi che sono più comuni nella fase iniziale della malattia, cioè: l'insonnia, la perdita di energia e di interesse, e vari disturbi fisici specie collegabili al sistema cardiovascolare, respiratorio o digerente.

Anche lo schema diurno della sintomatologia può risultare d'aiuto per permettere di distinguere tra forme reattive ed endogene della depressione. Nelle depressioni di quest'ultimo tipo, i sintomi tendono ad essere più gravi al mattino ed a migliorare un poco dopo mezzogiorno; in queste depressioni endogene, il rischio di suicidio è più elevato durante la mattina.

Si dovrebbe prendere inoltre in considerazione la possibilità di una depressione mascherata nei casi in cui i sintomi fisici accusati dal paziente sono associati a caratteristiche depressive di background o nei casi in cui questi sintomi si manifestano periodicamente o stagionalmente.

L'errore diagnostico più comune è quello di trattare con benzodiazepine i sintomi di ansia che appaiono e ignorare la malattia depressiva di base. Anche un comportamento antisociale o un'aggressione che esula dal carattere possono essere un segno dell'inizio della depressione. Si può scoprire l'alcolismo soltanto tramite attente domande e spesso il modo migliore per individuarlo consiste nell'intervistare un famigliare, il che serve anche per valutare l'umore prevalente del paziente. E' piuttosto frequente che alcuni fattori nella famiglia del paziente o nel suo ambiente sociale scatenino uno stato depressivo. Ed infine, non si dovrebbe mai sottovalutare la possibilità che una malattia depressiva possa essere accompagnata da qualche altro disturbo che non è in alcun modo ad essa collegato.

I medici spesso non riescono a diagnosticare la depressione, perché i pazienti non sempre si lamentano di sentirsi depressi. Per il profano, essere depresso significa essere triste, lamentarsi, ed avere la sensazione che la vita non valga più la pena di essere vissuta. Ma la depressione manifesta di questo tipo è lo stato finale di un continuum, e sono le forme più lievi di depressione quelle che sono tanto spesso mascherate.

I pazienti con una depressione mascherata possono dire che si sentono malati, stanchi o in uno stato letargico, e poi continuano a descrivere i sintomi somatici che accompagnano queste sensazioni, come lo scarso appetito e la perdita di energia. Successivamente si possono allargare le indagini nel tentativo di verificare una perdita di peso (ma a volte anche un aumento), prima che vengano fatte delle domande che riguardano le pressioni lavorative o le preoccupazioni finanziarie o domestiche. La maggior parte dei pazienti preferisce parlare dei sintomi fisici come il dolore, perché questi sono più facili da descrivere e sono "rispettabili", anziché parlare di come si sentono a livello emotivo. Questo è particolarmente valido per persone a cui è stato insegnato, nell'infanzia, a nascondere le proprie emozioni agli altri per paura di essere considerato debole o poco virile, e tale reticenza è probabilmente più diffusa nelle persone di sesso maschile. Persone di questo tipo possono accusare mal di testa o debolezza, mentre la loro depressione resta nascosta, e la si può mettere il luce solo facendo domande dirette. E' sempre utile chiedere circa il sonno, poiché è molto difficile e insolito per i depressi avere uno schema di sonno normale.

A molti medici non piace affrontare i problemi psicologici e si sentono più a loro agio nel fare una diagnosi somatica anziché una psichiatrica. Tuttavia, ciò che importa al paziente è che i suoi sintomi vengano alleviati; non è per lui di nessun conforto sentirsi dire che tutte le indagini danno risultati negativi (come accade spesso in pazienti depressi) e che, dato che per lui non si può far nulla, egli deve sforzarsi di "tenersi su". I sintomi di depressione possono essere reali per il paziente come se egli stesse soffrendo di anemia o di qualche altra patologia fisica.

Si dovrebbe inoltre sottolineare che anche la depressione grave può talvolta assumere una forma mascherata, dove il paziente maschera la propria depressione proprio come altri nascondono il loro senso di ansia. E specialmente in casi di questo tipo (dove le apparenze travisano il vero stato delle cose o dove l'evidenza diagnostica, benché presente, viene ignorata dal medico ) che il suicidio può arrivare come un evento del tutto inaspettato.

Un altro trabocchetto in cui si deve stare attenti a non cadere è la "depressione sorridente", che si riscontra spesso in pazienti con una personalità gioviale che sono stati portati a nascondere i loro sentimenti negativi agli altri. I pazienti con questa forma di depressione non hanno un aspetto depresso, ma l'esplorazione della loro sintomatologia tramite domande particolareggiate permette ben presto una diagnosi esatta.

La depressione è spesso simile ad un iceberg: soltanto la sommità, che è spesso un sintomo fisico, è pienamente visibile, mentre il resto si trova sotto la superficie fuori dalla portata della vista.

Un importante segno fisico di depressione moderata è una leggera acquosità degli occhi, che però non arrivano al pianto vero e proprio; molti depressi tuttavia lamentano di non riuscire a piangere, nonostante il senso di profonda tristezza interiore o di disperazione.

Circa una persona su quattro soffre, nel corso della vita, di un certo grado di depressione patologica o di alterazione del tono dell'umore. La percentuale è più elevata nelle donne rispetto agli uomini.

Come nel caso di gran parte delle malattie, prima di utilizzare una terapia specifica è necessario affrontare il problema nella sua globalità. Nel caso di una persona che soffra di una malattia cronica, l'indirizzo terapeutico mira ad individuare i fattori di natura alimentare, ambientale, sociale e psicologica che possono essere alla base della malattia. Una volta che il medico curante abbia effettuato la diagnosi di depressione, è importante escludere i semplici fattori organici che notoriamente concorrono alla depressione: eccessi alimentari o carenza di nutrienti, uso di sostanze tossiche (farmaci o stupefacenti, alcol, caffeina, nicotina, etc), ipoglicemia, squilibri ormonali, allergie e fattori di natura ambientale o batterica.

E' importante sapere che qualsiasi carenza di nutrienti può, in pratica, portare alla depressione. La carenza di acido ascorbico (la vitamina C) provoca prostrazione, ipocondria, isteria, depressione; la carenza di biotina (detta anche vitamina H o B7) provoca estrema stanchezza, sonnolenza e depressione; la carenza di cianocobalamina (la vitamina B12) porta a manifestazioni psicotiche, depressione, irritabilità, confusione, perdita della memoria, paranoia; la carenza di acido folico dà smemoratezza, insonnia, apatia, irritabilità, depressione, sino a delirio e demenza. E la lista sarebbe ancora lunga...

La depressione è spesso un effetto collaterale dell'uso di farmaci, in particolare di sostanze tossiche spesso non considerate come tali, cioè i contraccettivi orali, la caffeina e la nicotina. Altri farmaci comunemente associati alla depressione sono i corticosteroidi, i beta-bloccanti e gli ipotensivi. Tutti questi farmaci sovvertono il normale equilibrio fra le monoammine nel cervello.

E' inoltre noto che il tono dell'umore è influenzato da numerosi ormoni, tra i quali spicca una ridotta attività funzionale della tiroide o della ghiandola surrenale.

Non sarà mai data eccessiva enfasi all'importanza dell'attività fisica nella terapia della depressione. E' stato dimostrato che, da solo, l'esercizio fisico riesce a migliorare il tono dell'umore e aiuta a combattere lo stress. La medicina naturale, inoltre, pone molta attenzione anche all'alimentazione eliminando o alternando eventuali alimenti allergizzanti, prevenendo l'ipoglicemia ed eliminando tutte le fonti di caffeina e di aspartame.

Molto utile si è rivelata l'integrazione del complesso vitaminico B e della vitamina C, così come l'acido folico, la vitamina B12 ed il magnesio. Solo sotto controllo medico, poiché devono essere dosati in modo personale e richiedono monitoraggio costante, gli aminoacidi Triptofano e D-L-fenilalanina sono un ottimo supporto integrativo.

L'erba antidepressiva per eccellenza, per la quale esistono conferme scientifiche, è l'Hypericum perforatum, meglio noto come Erba di San Giovanni, assumibile come estratto secco o fluido. Ormai da alcuni anni non è più disponibile tra gli integratori o i prodotti erboristici bensì come specialità medicinale registrata, come qualunque altro farmaco antidepressivo. Si tratta quindi di un fitoterapico utilizzabile secondo i canoni della medicina allopatica a pieno titolo, prescrivibile come qualunque altro farmaco e con obbligo di ricetta medica.

In base al quadro clinico del paziente, possono essere utilizzate sinergicamente anche altre piante che migliorano la sintesi dei neurotrasmettitori o regolano altre funzioni neuroendocrine, come il Panax Ginseng, la Ginkgo biloba o i fitoestrogeni che bene si prestano a risolvere molti disturbi depressivi minori tipici della menopausa. Altre piante, tipiche della medicina popolare, non hanno invece alcuna evidenza scientifica come l'Angelica archangelica o l'Avena sativa.

Buone prospettive terapeutiche per la depressione vengono anche dal Crocus sativus (lo Zafferano) e dalla Rhodiola rosea, una pianta utilizzata in particolare contro la stanchezza e la difficoltà di concentrazione.

Inutile ricordare che l'autocura è sempre da evitare!

Dr. Angelo Carli

 
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