La pollinosi

 

Più che una singola malattia, la pollinosi andrebbe considerata come un gruppo di patologie che possono manifestarsi in persone allergiche quando queste vengono a contatto con il polline di diversi tipi di pianta. Principalmente si hanno manifestazioni a carico dell'apparato respiratorio, quali rinite su base allergica, tosse, fino all'insorgere di crisi di tipo asmatico; spesso questi disturbi vengono accompagnati da altri sintomi a carico degli occhi, con prurito e lacrimazione profusa (a volte irritante). Più raramente si verificano manifestazioni a carico della pelle o altri organi interni.

I pollini, essenziali per la fecondazione e la riproduzione nel mondo vegetale, vengono trasportati dall'aria e, a seconda delle dimensioni delle loro particelle, possono diffondersi nell'ambiente in modo più o meno ampio.

Nel caso degli alberi (soprattutto Cipressi, Olmi , Querce, Betulle, Pioppi e Aceri) si assiste a una stagionalità piuttosto costante nel verificarsi delle forme allergiche (stagionalità legata al periodo di fioritura che può avere una lunghezza variabile dalle due alle otto settimane, a seconda del tipo di pianta).

Anche molte piante erbacee (Graminacee e numerosissime altre erbe da fieno) sono responsabili di pollinosi, e in questo caso la diffusione dei pollini è generalmente più ampia a causa della minor dimensione delle particelle che possono essere così trasportate più facilmente dal vento.

Altre piante, responsabili di pollinosi, appartengono alle famiglie delle Composite o delle Orticacee; tra queste ultime la Parietaria risulta essere responsabile di numerosissime forme allergiche. La fioritura di questa pianta ( molto diffusa in tutta Italia, soprattutto al centro-sud ma anche in diverse aree della Pianura Padana) solitamente avviene a partire da luglio fino a ottobre inoltrato,ma condizioni climatiche particolarmente favorevoli possono prolungare tale periodo anche fino a una durata di 7-8 mesi. Si vengono in questo modo ad avere manifestazioni allergiche che, più che di stagionalità, assumono carattere di cronicità.

La cura di questi disturbi, sempre rigorosamente di competenza medica, può essere affrontata o con l'uso di farmaci ad azione sintomatica (antistaminici o, in caso di manifestazioni più accentuate, anche cortisonici) oppure sfruttando l'azione preventiva di medicinali a base di cromoglicato di sodio.

In alcuni casi (ma con probabilità di successo fortemente legate a fattori quale l'età del soggetto o il tipo di allergene responsabile del disturbo) si procede a cicli di desensibilizzazione mediante inoculazione sottocute dell'allergene individuato come fattore scatenante.

Da notare, infine, che in alcuni cibi sono presenti gli stessi allergeni dei pollini, per cui possono verificarsi 'allergie crociate'.

I soggetti allergici alle Graminacee possono avere reazione allergica nei confronti di pomodori, kiwi, angurie, agrumi, meloni; chi è allergico alle Urticacee deve evitare o limitare il consumo di meloni, ortica, gelso, basilico, ciliegie; coloro che sono allergici alle Composite possono avere allergia nei confronti di sedano, finocchi, carote, tarassaco, camomilla, cicoria, margarina, olio di girasole, pepe verde, miele; infine gli allergici alle Betullacee devono evitare albicocche, prugne, ciliegie, nespole, pere, mele, pesche, fragole, frutta secca, kiwi, prezzemolo, carote, finocchi e sedano.

VEDI ANCHE Allergie ed antiallergici naturali  a cura del Dr. A. Carli

Vai al Bollettino Pollini

ATTENZIONE:  Prima di intraprendere qualsiasi terapia rivolgersi sempre al medico.

 

 

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